La maggioranza di governo è compatta e unita attorno al premier Mario Draghi sulla risoluzione a favore del sostegno all’Ucraina e la vota con 219 sì al Senato, ben oltre le aspettative dello stesso Governo. Nonostante il terremoto Cinquestelle: il ministro degli Esteri Luigi Di Maio lascia il Movimento, che da ieri “non sarà la prima forza politica del Parlamento”. Con lui 60 deputati e 11 senatori che firmano la creazione del nuovo gruppo parlamentare ‘Insieme per il futuro’. “Irresponsabile picconare il governo”, dice il ministro degli Esteri, rimarcando che “da oggi uno non vale altro”. Tace Conte. Ma il suo portavoce Casalino attacca: “L’aggressione contro di noi sarà un boomerang”.
C’e’ la convinzione diffusa che i numeri in Parlamento aumenteranno dopo i ballottaggi, e proprio i sindaci saranno “i
primi interlocutori” del progetto, “un’onda con al centro le esigenze territoriali”, per usare le parole del ministro.
“Quella di oggi e’ una scelta sofferta – assicura Di Maio – che mai avrei immaginato di dover fare. Oggi io e tanti lasciamo il M5s”.
Stefania Losito