L’incremento di contagi e ricoveri per il Covid in Italia potrebbe determinare un lockdown di fatto. Il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, spiega che con le “quarte dosi al palo e con grande differenze regionali nelle coperture” e “un’alta percentuale di popolazione sintomatica o isolata, si rischia di determinare un lockdown di fatto su vari servizi, inclusi quelli turistici”. Nella settimana dal 29 giugno al 5 luglio i nuovi casi di Covid-19 sono stati 595.349, con un aumento del 55%. +33% ricoveri e +36% intensive.
Cartabellotta mette in guardia la popolazione: “In questa fase, oltre ad accelerare la somministrazione della 4/a dose nei pazienti vulnerabili, è indispensabile contenere la circolazione virale utilizzando le mascherine”.
E dal ministero della Salute parte una circolare secondo cui, con la prossima stagione influenzale “potrebbe aumentare la possibilità di osservare focolai rilevanti, specialmente se causati da ceppi nuovi o introdotti di recente”. Questo perché “per il secondo anno consecutivo la pandemia Covid-19 e le conseguenti misure di contenimento”, come
distanziamento e mascherine, “hanno ridotto drasticamente a livello globale la circolazione dei virus influenzali” e a causa della minore esposizione a virus respiratori stagionali “l’immunità della popolazione potrebbe esser diminuita”.
Nella circolare si richiama, quindi, all’importanza della vaccinazione antinfluenzale, che resta “fondamentale per assicurare una certa immunità nella popolazione”. Per i gruppi target (anziani, fragili, bambini sotto i 6 anni, operatori sanitari, addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e lavoratori di settori sensibili) si punta a una copertura del 75% come obiettivo minimo e del 95% come obiettivo ottimale.
Per il ministero è “necessario continuare a monitorare e prepararsi alla prossima epidemia di influenza stagionale e a
pandemie influenzali future: sorveglianza e test continui, indagini rapide sui focolai, sequenziamento tempestivo e
condivisione dei dati sono di fondamentale importanza”. Per questo alle Regioni viene chiesto di “sensibilizzare la
partecipazione dei medici di medicina generale e pediatri di libera scelta alla sorveglianza epidemiologica”. Anche le
Regioni stesse vengono “invitate a potenziare la sorveglianza virologica dell’influenza e delle altre virosi respiratorie,
identificando e sostenendo adeguatamente i laboratori afferenti alla rete nazionale”.
Secondo le stime riportate nella circolare, ogni anno, nel mondo, si registrano circa un miliardo di casi di influenza, dai
3 ai 5 milioni i casi gravi, tra i 290.000 e i 650.000 i decessi. In Europa i casi sintomatici di influenza vanno dai 4 ai 50 milioni, con 15.000/70.000 cittadini europei muoiono ogni anno per cause associate all’influenza. Il 90% dei decessi si
verifica in soggetti di età superiore ai 65 anni, specialmente tra quelli con condizioni cliniche croniche di base.
Stefania Losito