“E’ ovvio che io lo seguirò, cosa che non ha fatto la scuola in verità, ma non intendo pubblicizzare adesso quel che farò dopo, lo faremo con discrezione, con attenzione né mi distoglie da questa decisione il fatto che ambienti ben individuati e avversari politici stanno tentando di strumentalizzare questa situazione”. Così, in una intervista a Radionorba, il sindaco di Cerignola, Franco Metta, reagisce alla notizia di una possibile querela che potrebbe essere presentata dalla famiglia del bambino di 10 anni rimproverato perché aveva dichiarato di essere stato bocciato durante l’inaugurazione di un Parco giochi.
“Io – ha raccontato il sindaco – ho reagito come avrebbe reagito un nonno, tra l’altro proprio oggi mi è nato il primo nipotino, rispetto a un ragazzo che si era espresso quasi con orgoglio per questa sua bocciatura, quasi vantandosi, e allora gli ho voluto dire che se non vai a scuola resterai l’ultimo, è chiaro che gliel’ho detto in dialetto perchè lui si è rivolto a me in dialetto e ho usato espressioni forti perché mi sentivo di rimproverarlo per rimetterlo in riga perché evidentemente nessuno gli aveva spiegato che essere bocciati è una cosa disdicevole non è un merito: i miei avversari politici volevano strumentalizzare questa vicenda per denigrarmi invece sto avendo attestati di solidarietà da parte di tutti”.
“Poi gli ho detto – aggiunge il sindaco – che l’anno prossimo ti seguo io e se vieni bocciato di spezzo le gambe, frase che diceva mia madre di solito quando voleva sottolineare la inevitabilità di un certo comportamento.
Accetto tutte le critiche del mondo ma non si puo’ discutere sulla bontà delle mie intenzioni, potevo accarezzare gli altri bambini presenti, tutti promossi, invece io mi sono preoccupato e occupato di lui e dopo il rimprovero il bambino è rimasto al mio fianco, abbracciato a me per tutto il tempo della cerimonia e ha preso le caramelle dalle mie mani, è stato tranquillo e non è vero che sia scoppiato a piangere e lo sanno tutti quelli che erano lì”. Il sindaco Franco Metta esclude l’ipotesi di aiutare a trovare un lavoro al padre disoccupato: “Cerignola ha una situazione per quanto riguarda il lavoro drammatica e quello che ho stabilito all’inizio del mio mandato è che io non do posti di lavoro, ma farò di tutto perché arrivino in città finanziamenti che creino lavoro ma io non posso fare una graduatoria dei bisogni, non ho l’autorità morale per fare una cosa di questo genere e stabilire se sia più meritevole di aiuto questo o quel disoccupato, io del bambino mi occuperò, cosa che non ha fatto la scuola per la verità, perché, e mio padre è stato per 50 anni maestro di scuola, so che non si boccia alle scuole elementari a meno che un bambino non abbia frequentato”.
Stefania Losito