I sindacati annunciano uno sciopero di 4 ore per lunedì: serve subito la nazionalizzazione o sarà sempre peggio
Subito dopo l’incontro al Ministero dello Sviluppo Economico, i sindacati dei metalmeccanici hanno proclamato quattro ore di sciopero per lunedì 21 novembre in tutti gli stabilimenti ex Ilva. È questa la decisione di Fim, Fiom e Uilm in seguito al meeting con il ministro delle Imprese e Made in Italy Adolfo Urso, al quale ha partecipato anche il ministro del Lavoro Marina Calderone.
I sindacati apprezzano la buona volontà del ministro ma, dice Rocco Palombella, segretario generale Uilm, “ormai c’è bisogno che il governo prenda atto che l’unica azione da compiere è quella di riprendersi il controllo dell’azienda, bisogna nazionalizzare o la situazione peggiorerà ancora di più”.
Secondo gli accordi attuali lo Stato salirà al 60% di Acciaierie d’Italia nel 2024 e il ministro Urso non ha fatto intendere che la data sarà anticipata. “Non possiamo decidere tutto in pochi giorni – ha detto – dobbiamo considerare tutti i fattori. Gli interventi sono tanti e di varia natura”. La strada da percorrere è quella di salvare il sito produttivo, ma la decisione verrà presa con Palazzo Chigi, ha spiegato Urso.
L’intenzione del ministro sarebbe quella di collegare l’impiego del miliardo previsto per l’ex Ilva nel dl Aiuti Bis e affidato a Invitalia al riequilibrio della governance. Servirà per l’aumento di capitale e il rafforzamento patrimoniale della società. Invitalia, socio pubblico di minoranza di Arcelor Mittal, ha fatto sapere che sta lavorando per applicare al meglio la norma del decreto. “Condivideremo con il governo la soluzione migliore per l’azienda, i lavoratori e tutto l’indotto” ha detto Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Invitalia.
L’azienda, nel frattempo, è la richiesta del ministro Urso, deve rispettare gli impegni presi secondo le scadenze che sono state date nei precedenti accordi.
“Lo Stato utilizzerà le risorse già stanziate affinché ci sia questo rispetto da parte dell’azienda, in modo tale che ci sia una prospettiva per il futuro dell’acciaieria italiana” ha detto Urso. Infine, sulla sospensione delle 145 imprese appaltatrici di Acciaierie d’Italia fino a gennaio, Urso si aspetta che a breve l’azienda la riconsideri.
Gianvito Magistà