L’Italia ha deciso di non aderire al piano sul ‘price cap’ presentato dalla Commissione Europea. Ad annunciarlo è stato il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin prima del Consiglio Affari Energia e dopo una riunione tra i 15 Paesi che mesi fa avevano chiesto il tetto al prezzo del gas. La stessa Commissione, per bocca della presidente, Ursula Von der Leyen, aveva annunciato di essere al lavoro per mettere a punto il nono pacchetto di sanzioni contro la Russia e di voler approvare un ‘price cap’ sul petrolio russo insieme ai Paesi del G7. “Non ci fermeremo”, aveva annunciato, “finché l’Ucraina non avrà prevalso sull’illegale e barbara guerra di Putin”.
Dura la replica del Cremlino, che ha fatto sapere che la Russia non fornirà più petrolio e gas ai Paesi che aderiranno al ‘price cap’. Per il governo tedesco, invece, la proposta di tetto ai prezzi proposta dalla Commissione Europea è un compromesso. “Pronti a trattare”, ha sottolineato Berlino. L’Ungheria ha invece ottenuto un’esenzione dal tetto al prezzo del petrolio russo proposto da Bruxelles. Il ministro degli Esteri, Pèter Szijjarto ha dichiarato che “l’attuale proposta dell’Unione Europea prevede che le forniture di petrolio attraverso gli oleodotti siano esenti dal tetto massimo di prezzo”. Il che significa che “l’Ungheria non ne risentirebbe se il tetto massimo proposto venisse adottato in seguito”.
Si va intanto verso la convocazione di un nuovo Consiglio Affari Energia europeo straordinario e la data dovrebbe essere quella del 13 dicembre. La riunione, a quanto si apprende “servirà a trovare un accordo sul ‘price cap’ al gas sulla base della proposta della Commissione che, nella riunione di oggi, non ha trovato alcuna intesa. Più vicino l’accordo sugli altri due testi del pacchetto, concernenti i permessi sulle rinnovabili e la piattaforma di acquisti comuni di gas”. Diversi Paesi europei hanno chiesto il pacchetto venga trattato nel suo complesso.
Vincenzo Murgolo