Dal 2023 si potrebbe dire addio al bonus di 500 euro per i diciottenni, la 18App, voluto dal governo Renzi nel 2017, e le risorse, circa 230 milioni di euro sarebbero dirottate a spettacolo e cultura. Lo prevede uno dei molti emendamenti della maggioranza alla manovra. I parlamentari firmatari dell’emendamento alla manovra 2023 annunciano, al suo posto, una Carta Cultura.
La misura introdotta da Renzi a fine 2016 prevede che i giovani possano spendere il bonus per cinema, concerti, musei, eventi culturali, libri, corsi di lingua straniera. Non sono previsti limiti di spesa ma non si possono comprare più biglietti per uno stesso spettacolo o più copie dello stesso libro. Il bonus funziona tramite la 18App. (18app).
L’EMENDAMENTO – “Il Parlamento darà massima priorità al sostegno della filiera culturale, come teatro, musica, cinema, editoria libraria e patrimonio culturale privato come le dimore storiche. La volontà del Parlamento è quella di revisionare la 18app e introdurre politiche di incentivo alla domanda di cultura più generali, che possano sostenere i consumi culturali nella crisi in corso. La sostituzione di 18app con una nuova ‘carta cultura’ è una misura volta a tutelare dallo snaturamento delle finalità dell’applicazione che viene largamente utilizzata per l’acquisto dei libri di testo. Per questo, riteniamo debba essere revisionata e potenziata concordando con le categorie produttive della cultura”, dicono in una nota il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, il capogruppo della Lega in VII Commissione Rossano Sasso e il capogruppo di FI in VII Commissione Rita Dalla Chiesa, firmatari dell’emendamento.
Le misure che verrebbero finanziate al posto del bonus vanno dal rafforzamento del Fondo per il sostegno economico temporaneo dei lavoratori dello spettacolo al Fondo per gli operatori dell’editoria e delle librerie. E’ previsto poi un Fondo per le celebrazioni per i 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi. Si parlerebbe anche dell’istituzione di una fondazione denominata «Fondazione Vittoriano», con compiti di gestione e valorizzazione del Complesso del Vittoriano.
GLI ALTRI EMENDAMENTI – In tutto sono oltre tremila, sugli argomenti piu’ disparati, quelli che potrebbero arrivare già oggi in commissione Bilancio, che dovra’ decidere sulla loro ammissibilita’. La premier Giorgia Meloni annuncia una serie di modifiche volte a sostenere e promuovere, anche nel 2023, gli investimenti nel Mezzogiorno e nelle aree piu’ critiche.
MES – Intanto, con il via libera di Berlino alla ratifica del Mes, il fondo europeo ‘salva Stati’, l’Italia resta l’unico Paese della zona euro a non aver ancora approvato la riforma, che per decollare richiede l’unanimità, anche se Antonio Tajani spiega che Forza Italia non ha mai visto di buon occhio la misura. Il ministro degli Esteri aggiunge che il partito azzurro lo considera uno strumento “poco europeista”.
Stefania Losito