Zelensky sospende la cittadinanza a 13 sacerdoti ortodossi
La tregua unilaterale annunciata da Mosca per il Natale ortodosso è stata rotta dai raid e dalle accuse reciproche. Il Cremlino assicura di osservare il cessate il fuoco nonostante le violazioni ucraine. Kiev accusa i russi di aver ucciso due civili nel Donetsk nelle ultime 24 ore. Secondo gli 007 ucraini Putin è pronto a ordinare la mobilitazione di ben 500mila coscritti a gennaio in aggiunta ai 300mila richiamati a ottobre.
Intanto in Italia martedì al Senato si discuterà sulla proroga degli aiuti militari a Kiev, con l’ipotesi di un sesto invio. Si valuta anche la possibilità di fornire uno scudo antimissile.
La Casa Bianca ha già annunciato altri aiuti militari a Kiev per tre miliardi di euro; la Germania invierà i carri armati Marder ed il sistema missilistico Patriot, la Francia i carri da combattimento Amx-10 RC.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha sospeso la cittadinanza a 13 sacerdoti della Chiesa ortodossa ucraina del Patriarcato di Mosca. Il decreto — viene specificato — non è stato pubblicato ufficialmente perché contiene informazioni personali. L’intelligence ucraina ha condotto perquisizioni in alcune chiese a seguito delle quali sono stati trovati sacerdoti con passaporti russi, contanti e materiale propagandistico russo. Mosca replica e definisce un atto del genere” satanismo”.
“Russi e ucraini sono un’unica nazione e la Chiesa deve fare di tutto affinché non diventino nemici”. Lo ha detto il patriarca Kirill di Mosca e di tutta la Russia, nel corso di un’intervista all’emittente russa. «Questa è una sola nazione che è uscita dal fonte dell’Epifania di Kiev, ma un popolo molto numeroso si è diffuso dal Mar Bianco al Mar Nero. E questa enormità ha sempre causato paure e invidie tra gli altri; quindi, sin dai tempi antichi, forze esterne hanno lavorato per dividere questo popolo, allontanarlo o addirittura metterlo l’uno contro l’altro», ha detto il patriarca ortodosso.
Michela Lopez