Nessuno stop alla riforma delle intercettazioni, anzi. Il ministro della Giustizia Carlo Nordio è determinato e rilancia: “Andremo avanti sino in fondo, non vacilleremo e non esiteremo. La rivoluzione copernicana sull’abuso delle intercettazioni è un punto fermo del nostro programma” sottolinea in Aula al Senato, ribadendo che non ci saranno
invece “mai” interventi per limitare l’uso di questo strumento nelle indagini di mafia e terrorismo. Le polemiche, rinfocolate dalla centralità che hanno avuto le conversazioni captate nella cattura dopo 30 anni di latitanza di Matteo Messina Denaro, non sembrano scalfire la determinazione dI Nordio. Il sigillo lo mette Carlo Calenda con un tweet in cui definisce “condivisibile” l’intervento di Nordio e “attuabile” una collaborazione sulla giustizia penale.
E’ l’attualita’ a prendere il sopravvento nell’esposizione del Guardasigilli, che apre la sua relazione esprimendo “gioia” per la cattura di Messina Denaro, “un’operazione il cui merito è equamente diviso tra magistratura e forze dell’ordine ordine, tra questo e i governi precedenti”. Assicura che l’azione del governo e del parlamento contro la mafia sarà “forte, duratura, omogenea e incondizionata” ed evidenzia l’impatto buono che la lotta ai clan puo’ avere sulla nostra economia , oggi gravata da un’incidenza negativa “estremamente perniciosa”.
“Quando dico che i mafiosi non parlano per telefono alludo al fatto che nessuno di loro al telefono abbia manifestato volonta’ di delinquere o espresso una parola che sia prova di un delitto”, chiarisce ribadendo che le captazioni servono soprattutto per individuare “i movimenti delle persone sospettate di mafia e terrorismo”. Ma se in questo campo le
intercettazioni sono indispensabili, cosi’ come quelle preventive, “altra cosa sono quelle giudiziarie che coinvolgono
persone che non sono ne’ imputate ne’ indagate e che attraverso un meccanismo perverso e pilotato finiscono sui giornali e offendono cittadini che non sono minimamente coinvolti nelle indagini”. E’ su questo terreno che il governo intende andare sino in fondo, assicura il ministro, spiegando tra l’altro che la possibilita’ di manipolare i colloqui captati c’e’ sempre stata, non e’ nata con il trojan.
Pd e M5s bocciano il programma di Nordio, che tra l’altro prevede la riforma dell’abuso d’ufficio, definita nella relazione “imminente”. Tra le voci piu’ critiche, l’ex Pg di Palermo Roberto Scarpinato, senatore del M5S, che accusa il
ministro di volere una giustizia “forte con i deboli e debole con i forti”, lontana dall’assetto costituzionale.
Stefania Losito