Morto ieri in un ospedale del Torinese a 87 anni Gianni Vattimo, filosofo del “pensiero debole” ed ex parlamentare europeo. A dare la notizia è stato in un post su Facebook Simone Caminada, 38 anni, assistente e compagno per 14 anni del filosofo.
Vattimo, nato a Torino il 4 gennaio del 1936, era figlio di un poliziotto originario della Calabria, morto quando aveva solo un anno e mezzo. E’ stato attivo membro della Gioventù Studentesca di Azione Cattolica e ha contribuito alla rivista Quartodora, dimostrando fin da allora il suo spirito critico e il suo profondo impegno sociale.
Si può considerare il più grande analista del pensiero di Martin Heidegger, dopo aver studiato con maestri come Karl
Löwith e Hans Georg Gadamer. Antidogmatico, convinto sostenitore del fatto che non si può raccontare in modo filosofico o scientifico l’ordine autentico delle cose, ha criticato ogni posizione metafisica. Con Pier Aldo Rovatti ha curato nel 1983 una raccolta di saggi sul pensiero debole, di cui è stato considerato il massimo esponente. Ha sempre cercato di rendere accessibili le sue teorie anche al pubblico meno colto, con una scrittura molto semplice e chiara. Si dichiarava comunista ma “non in senso veteromarxista’ ed era molto religioso. Si definiva “omosessuale e cristiano” ed è stato considerato un precursore delle tematiche Lgbtq.
Oltre a essere stato professore dell’università di Torino, ha insegnato anche all’estero e ha ricevuto lauree honoris causa da prestigiose università internazionali. E’ stato anche europarlamentare per due legislature prima nei Democratici di sinistra nel 1999 e poi con l’Italia dei Valori di Di Pietro nel 2009, ed ha contribuito alla divulgazione della filosofia conducendo programmi televisivi per la Rai con gli amici Furio Colombo e Umberto Eco e collaborando con La Stampa.
Negli ultimi anni la relazione con il compagno era finita sulle cronache giudiziarie. Vattimo avrebbe voluto unirsi a Caminada civilmente, ma la Procura di Torino ha sospeso l’unione in attesa della sentenza: secondo quanto stabilito dal Tribunale di Torino il compagno del filosofo avrebbe cercato di ottenere l’eredità, isolando l’intellettuale e prendendo il controllo del suo patrimonio.
“Con la scomparsa di Gianni Vattimo se ne va una mente illuminata, un grande filosofo e un punto di riferimento nel panorama culturale italiano, internazionale e di una terra, il Piemonte, che è stata e sarà sempre la sua casa”. Così il presidente della Regione, Alberto Cirio, esprime il suo cordoglio per la morte del filosofo torinese.
“Gianni Vattimo ha rappresentato un punto di riferimento della filosofia contemporanea e dell’impegno politico per la libertà”. Così, sui social, il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo. “Lascia un grande vuoto in tutti noi e nella sua Torino cui tanto era legato”, aggiunge il primo cittadino.
“Con Gianni Vattimo ci lascia una delle menti più fini e illuminate del pensiero del Novecento. Un filosofo che ha impreziosito la conoscenza, ma anche un uomo che ha saputo dimostrare l’importanza dell’impegno civile e politico”. Con queste parole l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, parlamentare M5s, ricorda sui social lo studioso torinese. “Ai suoi affetti le mie più sentite condoglianze”, aggiunge Appendino.
Stefania Losito