Protezione dei civili e dell’aeroporto di Kabul, assistenza umanitaria e un’uscita sicura e senza ostacoli dall’Afghanistan. È quanto chiedono i Paesi che hanno partecipato al Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle nazioni unite, attraverso una bozza di risoluzione approvata con 13 voti a favore e due astenuti (Russia e Cina) e nessun contrario.
Una sorta di “compromesso” generico chiesto al governo talebano nel quale di riafferma l’importanza di rispettare i diritti umani, compresi quelli delle donne. Si chiede inoltre che il Paese non diventi una base per il terrorismo. Ma nel testo manca la “zona di sicurezza” di cui aveva parlato il presidente francese Emmanuel Macron.
Dure le parole del rappresentate cinese all’Onu: “I Paesi devono imparare la lezione, dopo vent’anni di occupazione in Afghanistan, e capire che ognuno deve decidere in forma autonoma il proprio governo. Questi Paesi che hanno voluto imporre la loro forza sono i responsabili di quello che è successo. Hanno lasciato uno scenario devastato e adesso vogliono scaricare la colpa al Consiglio di sicurezza e ai Paesi vicini”. Poi ha spiegato che l’astensione è frutto della mancata accoglienza degli emendamenti presentati insieme da Cina e Russia.
Il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, in collegamento da Scandiano, ha detto che “non possiamo dare le liste di quelli da evacuare ai talebani”. Non si possono cioè fare corridoi umanitari direttamente dall’Afghanistan perché significherebbe dare “la lista di coloro che vogliamo portare in Italia alle autorità talebane. Dobbiamo lavorare con Pakistan, Iran, Uzbekistan, Tagikistan, dove i profughi si stanno recando”.
Anna Piscopo