Una mamma ha donato un rene al figlio di 36 anni con una insufficienza renale cronica irreversibile. È accaduto al Policlinico di Bari. L’uomo, originario della Basilicata, sarebbe stato costretto a sottoporsi per tutta la vita alla dialisi se non avesse ricevuto l’organo.
Appena avuta la diagnosi, sua madre, 65 anni, non ha avuto dubbi e ha chiesto di verificare la compatibilità per il trapianto. La famiglia è entrata così nel “programma trapianto da donatore vivente pre emptive”, cioè con paziente non dializzato, dell’unità operativa di Nefrologia diretta da Loreto Gesualdo.
Dopo tutte le valutazioni, frutto della collaborazione multidisciplinare di urologi, nefrologi, immunologi, patologi clinici, psicologi, infettivologi, anestesisti-rianimatori, è arrivata l’autorizzazione al prelievo a scopo di trapianto.
A 24 ore dall’intervento, la mamma ha recuperato la mobilità e ha potuto far visita al figlio in reparto.
“È stata una scelta di grande consapevolezza e coraggio – ha commentato il professore Michele Battaglia – il recupero funzionale del rene è buono e il paziente presto potrà presto tornare regolarmente tornare alla sua vita”.
La novità, come sottolineato da Battaglia, è il trapianto con paziente non ancora in dialisi. “I risultati – ha detto – sono enormemente migliorativi rispetto alla consuetudine di effettuare il trapianto su un soggetto dializzato”.
Michela Lopez