Finisce nella bufera il mondo universitario italiano. E con esso i massimi esperti infettivologi che sono stati in trincea durante la pandemia, tra cui Massimo Galli, punto di riferimento di medici e pazienti nella battaglia contro il Covid.
Sono 33, tra cui 24 docenti universitari, gli indagati nell’inchiesta della Procura di Milano su presunti concorsi e assunzioni pilotate che ha portato i carabinieri del Nas a una serie di acquisizioni e perquisizioni per raccogliere documenti, anche informatici, messaggi WhatsApp e altro, per “cristallizzare compiutamente il quadro” venuto a galla finora.
Come si legge nel provvedimento dei pm Luigi Furno e Carlo Scalas e dell’aggiunto Maurizio Romanelli, emergono “collusioni e altri metodi di turbativa che hanno inquinato sistematicamente la regolarità delle procedure di selezione” ai concorsi, 30 quelli presi in esame, “sostituendo logiche clientelari al metodo meritocratico e al principio di imparzialità”.
Al centro della vicenda c’è il mondo accademico e le facoltà di medicina in particolare di Milano, Pavia, Torino, Roma e una serie di reparti di infettivologia e nomi illustri: da Galli, primario all’ospedale Sacco e prossimo alla pensione come professore alla Statale di Milano, a Massimo Andreoni, ordinario alla Sapienza, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e primario al policlinico Tor Vergata, fino a Claudia Colomba associata nell’ateneo palermitano. I reati ipotizzati a vario titolo e che vanno dal giugno del 2019 fino al luglio 2020, sono associazione per delinquere (ne devono rispondere una decina) corruzione, abuso di ufficio, turbata libertà degli incanti e falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale.
L’inchiesta milanese ha ricostruito nei confronti di Galli tre presunti episodi di turbativa d’asta e due di falso per favorire candidati da lui stimati e ritenuti preparati. Ad esempio secondo gli inquirenti, nel 2019 Galli, in qualità di presidente della commissione giudicatrice del bando per un posto di professore nel dipartimento di scienze biomediche e cliniche dell’ospedale Sacco, avrebbe condizionato l’intera procedura allo scopo di penalizzare un candidato attraverso criteri di valutazione che favorissero invece il candidato poi risultato vincente, Agostino Riva, uno dei ricercatori che lavorano a stretto contatto con il professore.
Michela Lopez
Foto: sito ufficiale ASST Fatebenefratelli Sacco