“Credere nei propri sogni salva” ha detto la cantante che ha anche raccontato il buio della malattia
Big Mama ha portato il suo messaggio di uguaglianza, amore universale e denuncia di bullismo e body shaming nell’aula dell’assemblea generale dell’nu dove ha tenuto il suo discorso. Ha raccontato: “Per tutta la vita mi hanno fatto credere di essere completamente sbagliata. Il mio fisico faceva in modo che la gente mi valutasse come ‘non abbastanza’ prima ancora che mi si potesse davvero conoscere”. Una persona grassa – ha detto BigMama – “nell’immaginario degli altri è una persona svogliata, pigra, non attiva, non intelligente, che non ha voglia di migliorare. Per una persona come me sognare era inutile”.
“Vengo da un paese molto piccolo con una mentalità altrettanto piccola. Ho dovuto sopportare anni di bullismo, verbale e fisico. Ogni giorno della mia infanzia e adolescenza lo ricordo pieno di parole di odio. ‘Cicciona, fai una dieta, fai schifo’. Ho cercato per anni di evitare la sofferenza stando in silenzio. La prima risposta è stata la
rabbia. A 13 anni ho scritto il mio primo pezzo, charlotte, un rap che parla di suicidio e autolesionismo e per tre anni l’ho tenuto tutto per me. BigMama è nata quando ho avuto la forza di metterlo su YouTube”. Big Mama all’Onu ha parlato dell’esperienza milanese quando si sentiva “più bella del solito ma aveva ancora paura delle persone”. Poi ha raccontato il periodo della malattia, un linfoma di Hodgkin arrivato quando stava per firmare il suo primo vero contratto discografico e affrontato con 12 sessioni di chemioterapia: “È stato il periodo più buio della mia vita”, ha detto: “La musica mi ha salvata davvero. Sono guarita, e quel periodo mi ha insegnato finalmente che io merito il primo posto. Che se non amo me stessa, nessuno lo fa al posto mio. Che se non salvo me stessa, nessuno lo farà per me. Come in La rabbia non ti basta: credere nei propri sogni salva”.
Angela Tangorra