Accertati episodi ai danni di almeno 150 braccianti extracomunitari
I carabinieri di san Severo, nel Foggiano, hanno smantellato una vera e propria società “schermo”, cioè una società di intermediazione fittizia di Orta Nova, che assumeva, per conto di altre aziende, braccianti agricoli da impiegare nei campi ma che nei fatti non pagava contributi, non forniva strumenti di protezione individuale e non rispettava le regole di di sicurezza sui luoghi di lavoro. Sette le misure cautelari eseguite, tre in carcere e quattro ai domiciliari, tra cui un presunto caporale senegalese. I militari hanno accertato l’assunzione irregolare di 150 braccianti tra Foggia e Campobasso.
Tutto è partito dalla denuncia, sporta nel marzo 2020, da due lavoratori africani. I Carabinieri hanno poi accertato che i braccianti venivano reclutati dal caporale nei ghetti di Borgo Mezzanone e nel Gran Ghetto di Rignano, dove vivono migliaia di stranieri che lavorano nei campi del Foggiano.
I braccianti venivano pagati 5 euro l’ora oppure a cottimo, 4,5 euro a cassone riempito di pomodori. Molte volte venivano filmati per registrare eventuali inadempienze sul lavoro, precisano gli investigatori, come “pomodori lasciati sporchi o cassette posizionate in maniera errata a bordo dei furgoni”, cosi’ da decurtare l’inadempienza dalla loro paga giornaliera.
Sono state anche sottoposte a controllo giudiziario cinque aziende agricole del territorio con fatturati complessivi annui che si aggirano intorno ai due milioni di euro. Sequestrati inoltre beni mobili e immobili per un valore complessivo un milione di euro.
Stefania Losito