
“Per quanto riguarda il Blu Whale non ci sono ancora prove, rimane un sentito dire e abbiamo tanti dubbi, dopo aver fatto tante ricerche anch’io mi sono convinto che è tutto un po’ gonfiato e che esista esattamente quel gioco io ho parecchi dubbi”. Lo ha detto, intervenendo in diretta su Radionorba per commentare un sospetto caso di tentato suicidio, sventato in Puglia, di un minorenne legato al gioco del Blu Whale, il prof Guido Saraceni, professore associato presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Teramo, dove insegna “Informatica Giuridica” e “Filosofia del Diritto” e docente di “Sicurezza Informatica e Diritto dell’Informatica” nella Scuola di Specializzazione in Diritto Amministrativo e Scienza dell’Amministrazione.
“E’ un dato di fatto, invece, che i ragazzi – ha continuato Saraceni – negli ultimi tempi abbiano iniziato a fare pratiche un po’ particolari e che siano affascinati dall’autolesionismo, che ci siano dei blog che incitino i ragazzi a comportarsi in maniera scorretta verso se stessi e verso gli altri”
“C’è un circolo vizioso – ha spiegato Saraceni – che si instaura normalmente tra il virtuale e il reale, se ascolto qualcosa in televisione magari poi sono portato a dare corpo a quella cosa che ho sentito e a scriverne anche sui social, per quanto riguarda il Blu Whale lì il problema è che si parla di tutor, ci dovrebbe essere una persona che incita i ragazzi al suicidio e siccome tutto cio’ che facciamo sui social è facilmente tracciabile (non si cancella nulla, internet è una scatola di vetro) le forze dell’ordine hanno tutti gli strumenti per ritrovare qualsiasi legame, qualsiasi contatto, qualsiasi messaggio, quindi pensare che sino ad oggi non ci siano prove ci da molto da pensare”. Guido Saraceni mette in guardia i genitori dalla tentazione di spiare nei cellulari e nei computer dei figli: “Da un punto di vista giuridico un genitore non puo’ spiare il telefonino dei figli anche se minorenni, perchè anche i minorenni hanno dei diritti che vanno rispettati e poi c’è la segretezza delle informazioni che si scambiano con altri. Guardiamo i segni, gli umori, parliamo con loro, dialoghiamo, se diamo ai figli il cellulare educhiamoli ad un uso corretto dello strumento, ma senza spiarli perché spiarli significa ledere i loro diritti, significa compiere una azione eticamente e giuridicamente scorretta”.
Maurizio Angelillo