I legali di Ilaria Salis, la 39enne milanese detenuta da quasi un anno a Budapest con l’accusa di aver aggredito due estremisti di destra, stanno valutando la possibilità di presentare un ricorso immediato alla Corte europea di Strasburgo per violazione dell’articolo 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo “che è già costata altre condanne all’Ungheria”. Ieri la donna era comparsa in aula in catene, con le manette ai polsi e i piedi legati da ceppi di cuoio con lucchetti, mentre una donna delle forze di sicurezza la trascinava per una catena. Immagini che avevano fatto il giro del web e suscitato grande indignazione.
“La violazione è palese, visto come è stata portata con un guinzaglio in aula”, ha sottolineato l’avvocato Eugenio Losco, uno dei legali della donna. Oggi i genitori di Ilaria la incontreranno in carcere per poi incontrare l’ambasciatore italiano in Ungheria, Manuel Jaconangeli.
Sempre secondo i legali, i giudici ungheresi hanno già respinto lo scorso giugno la richiesta per il trasferimento di Ilaria Salis agli arresti domiciliari. Il motivo, a quanto si apprende, era il pericolo di fuga e la richiesta potrebbe essere rivalutata solo in seguito a una preventiva applicazione dei domiciliari in Ungheria su decisione dei giudici. Solo in seguito a questa disposizione, dunque, si potrebbe prendere in considerazione la possibilità di applicare la decisione quadro del Consiglio europeo sul reciproco riconoscimento delle decisioni sulle “misure alternative alla detenzione cautelare”.
Vincenzo Murgolo