In queste ore il Ministro della Salute Orazio Schillaci sta valutando la possibilità di disporre il tampone obbligatorio per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina. Lo si legge in una nota del ministero della Salute. Ospedali e forni crematori sono sotto pressione ormai da settimane, in Cina, per l’aumento dei contagi e dei morti non registrati come dovuti al Covid-19, e la situazione preoccupa da giorni l’Organizzazione Mondiale della Sanità che ha chiesto trasparenza a Pechino. Tra i primi a prendere provvedimenti è stato il Giappone ma adesso anche gli Usa valutano una stretta.
Il Ministro Schillaci, che riferirà il Consiglio dei ministri la situazione, è in contatto da giorni anche con le autorità degli altri Stati dell’Ue per definire strategie condivise. Da venerdì scorso Schillaci si è confrontato anche con la Cabina di regia dell’Istituto superiore di Sanità per il monitoraggio sull’andamento dei contagi, ha seguito con attenzione l’esito dell’esecuzione dei tamponi sui passeggeri in arrivo a Malpensa provenienti dalla Cina e ha raccomandato il sequenziamento di tutte le varianti che possono emergere dai tamponi.
Quasi un passeggero su due, tra quelli che il 26 dicembre sono arrivati a Malpensa dalla Cina a bordo di due voli, sono risultati positivi al Covid dopo il tampone non obbligatorio predisposto dalla Regione Lombardia. “Sul primo volo – ha spiegato l’assessore al Welfare Guido Bertolaso – su 92 passeggeri sono 35 (38%) i positivi. Nel secondo, su 120 passeggeri 62 (il 52%) sono positivi”. Adesso “abbiamo attivato la procedura per il equenziamento – ha concluso – domani mattina avremo i primi risultati”.
Dopo i risultati dei primi tamponi dei passeggeri arrivati a Malpensa dalla Cina, spiega Bertolaso, “ho parlato
personalmente con il ministro Schillaci, ci siamo gia’ sentiti due-tre volte e abbiamo condiviso l’esigenza di attendere i risultati dei sequenziamenti prima di adottare eventuali nuove successive misure”. “Questi sono numeri che devono far riflettere e che richiamano tutti all’attenzione” ha aggiunto sottolineando che la decisione di fare i controlli “non e’ stata un’iniziativa sbagliata o azzardata”.
Un documento dell’Istituto Spallanzani chiede infatti un “potenziamento della sorveglianza mediante test antigenici per chi proviene in particolare dalla Cina, e caratterizzazione molecolare con analisi di sequenza nei casi positivi. Sarebbe meglio se il coordinamento dei tamponi di sorveglianza avvenisse a livello europeo”. Si legge ancora che “un intervento di questo tipo servirebbe a monitorare la comparsa ed intercettare precocemente l’arrivo di nuove varianti – e’ detto nel documento -, sia come nuove evoluzioni di Omicron che come nuove varianti diverse da Omicron, e a predisporre eventuali misure quarantenarie selettive”.
Intanto riprendono anche all’aeroporto di Fiumicino i test per i voli provenienti dalla Cina. Lo comunica l’assessore alla Sanita’ del Lazio Alessio D’Amato. “In attesa delle disposizioni nazionali riprendono i test all’aeroporto internazionale di Fiumicino per i voli che provengono dalla Cina -precisa D’Amato- I test si svolgeranno con le consuete modalita’, sotto la supervisione dell’ Istituto Spallanzani e con il supporto delle USCAR regionali. Non dobbiamo abbassare la guardia, le ultime notizie sul Covid ci spingono a tenere alta l’attenzione”. L’area test Covid nello scalo romano doveva essere chiusa a fine anno. Visto l’evolversi della situazione in Cina e le nuove disposizioni regionali nell’area, che si trova agli Arrivi del Terminal 3, rimarra’ attivo un presidio per controlli su specifiche destinazioni. I passeggeri sbarcati a Fiumicino e provenienti dalla Cina che risulteranno positivi saranno isolati in apposite strutture. Attualmente non ci sono piu’ i covid hotel, smantellati col rientrare dell’emergenza, ma chi sara’ trovato positivo al test verrà ospitato in strutture sanitarie ad hoc ancora attive. Il test è facoltativo ma particolare attenzione, si apprende da fonti regionali, sara’ riservata ai sintomatici.
In Italia, le quattro ondate di contagi Covid causate in un anno dalla variante Omicron sono descritte anche dalle analisi delle acque reflue. A mostrare un trend in aumento e in diminuzione delle concentrazioni di Sars-CoV-2 riflettendo
i trend osservati nei casi clinici e’ l’analisi effettuata su circa 10.000 campioni di acque reflue raccolti in 20 Regioni e
Province Autonome attraverso 167 impianti di depurazione. A rilevarlo e’ il sesto report di sorveglianza delle acque reflue pubblicato dall’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss).
Stefania Losito