A tre anni dallo scoppio della pandemia che tra febbraio e aprile 2020 ha causato nella Bergamasca 6mila morti in più
rispetto alla media annua, è stata chiusa l’inchiesta per epidemia colposa con 19 indagati. Tra questi c’è l’ex premier Giuseppe Conte, l’ex ministro Speranza e il presidente della Regione Lombardia, appena rieletto, Attilio Fontana. Ci sono anche i nomi del presidente dell’Istituto superiore della sanità Silvio Brusaferro, dell’allora capo della Protezione civile Angelo Borrelli, del presidente dell’Istituto superiore della sanità Franco Locatelli e del coordinatore del Comitato tecnico scientifico nella prima fase dell’emergenza, Agostino Miozzo. Per ex premier ed ex ministro della Sanità gli atti saranno trasmessi invece al Tribunale dei ministri di Brescia.
I punti-chiave, per la Procura di Bergamo che indaga, sono tre: mancato aggiornamento e mancata applicazione del piano pandemico nazionale e regionale per contrastare il rischio lanciato dall’Oms; la repentina chiusura e riapertura dell’ospedale di Alzano Lombardo, e la mancata istituzione della zona rossa in Valle Seriana. Secondo l’ipotesi dei
pm la zona rossa avrebbe potuto risparmiare oltre 4mila morti.
Conte commenta: “Sono tranquillo di fronte al Paese per aver operato con il massimo impegno e con pieno senso di responsabilità durante uno dei momenti più duri vissuti dalla nostra repubblica. Anticipo subito la mia massima disponibilità e collaborazione con la magistratura”.
Stefania Losito