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Crisi in Ucraina, Di Maio a Mosca. I ribelli filorussi: “Kiev ci bombarda”. La replica: “Loro hanno colpito un asilo”

Sulla crisi in Ucraina, arrivano segnali distensivi dal ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov, dopo l’incontro con l’omologo italiano Luigi Di Maio a Mosca. “Oggi invieremo la lettera di risposta agli Usa, sarà resa pubblica perché crediamo indispensabile che le persone possano avere un’idea precisa di ciò che sta accadendo, ha detto il ministro russo in conferenza stampa.
Per Di Maio “c’è tutta la disponibilità russa a trovare una soluzione diplomatica alla crisi” in Ucraina e lo stesso vale da parte di Kiev. E questa strada “significa evitare ogni tipo di sanzioni”. Ma il governo russo pone delle condizioni: “Non risolveremo tutti i problemi finché non ci metteremo d’accordo su alcuni punti – precisa Lavrov – è importante non togliere dal pacchetto alcune cose, tra cui il non allargamento a est della Nato e il non dispiegamento a est”. Lavrov, in conferenza stampa con Di Maio, ha parlato anche delle sanzioni Ue e dell’Italia: “Le sanzioni non possono essere
varate se almeno un Paese sarà contrario – chiarisce – non credo che l’Italia sia interessata a fomentare la tensione”, anzi “noi vediamo che segue la tradizione della sua diplomazia” che è quella di “non minacciare in continuazione, non promettere punizioni, ma cercare soluzioni”. Lo stesso Di Maio ammette: “Lavorando tutti insieme per una soluzione diplomatica significa evitare ogni tipo di sanzioni”. Anche dalla Commissione Ue la presidente, Ursula Von Der Leyen, effettivamente, non abbandona le speranze “che la pace prevalga”. Ci sono “sforzi di molti leader europei impegnati con entrambe le parti” per “trovare una soluzione diplomatica”. 

Purtuttavia, il disgelo non sembra nei fatti, corrispondere a realtà. Restano tensioni sull’annuncio russo sul ritiro delle truppe, che gli Usa definiscono “falso”. Il Cremlino sta monitorando le forze ucraine di stanza lungo la linea di contatto, come ha confermato il portavoce Dmitry Peskov. “In effetti, leggiamo e vediamo i rapporti da lì – ha detto – naturalmente, il nostro esercito ha più informazioni, considerando i dati provenienti da fonti speciali. Ma è ovvio anche senza tali informazioni che le tensioni stanno
aumentando”, ha aggiunto. “Negli ultimi giorni abbiamo sentito che la Russia avrebbe conservato un enorme potenziale offensivo al confine – ha continuato il portavoce del Cremlino – ma questo è il nostro territorio di cui stiamo
parlando. Nel frattempo, nessuno, nessun rappresentante occidentale ha menzionato l’enorme potenziale offensivo
dell’esercito ucraino che esiste sulla linea di contatto .Sul dibattuto ritiro dell’esercito russo dal confine, Peskov ha spiegato che “richiederà tempo”. Intanto, Peskov ha anche spiegato che “Kiev ha ripetutamente offerto a Mosca
di organizzare un vertice, ma lo scopo di tali richieste rimane poco chiaro”. “Abbiamo ricevuto molteplici proposte di incontro da Kiev. Eppure ogni volta Kiev non poteva rispondere alla semplice domanda: perchè? A che scopo?” ha detto Peskov citato dall’agenzia Interfax.

Intanto l’Osce registra “bombardamenti multipli lungo la linea di contatto nell’Ucraina orientale”. I ribelli filorussi nel Donbass denunciano: “Kiev ci bombarda”. E anche l’esercito ucraino ha reso noto che le forze separatiste appoggiate dalla Russia nell’Ucraina orientale avrebbero sparato colpi di mortaio contro un villaggio nella regione di Lugansk, colpendo un asilo. Secondo i militari, non ci sono stati feriti. Lo riporta il Guardian, che pubblica alcune immagini diffuse da ufficiali militari ucraini che mostrano l’asilo danneggiato preso di mira nel villaggio di Stanytsia Luhanska.

Stefania Losito

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