Sul disastro ferroviario del 12 luglio in Puglia si muovono anche le associazioni dei consumatori che hanno chiesto alla Regione Puglia di poter visionare tutti gli atti relativi al contratto di servizio con la Ferrotranviaria, la società che gestisce il binario unico Andria-Corato su ci si sono scontrati frontalmente due treni causando la morte di 23 persone. “Assieme ad altre 10 associazioni pugliesi abbiamo studiato il caso e fatto alcune verifiche”, ha raccontato l’avvocato Antonio Pinto, presidente di Confconsumatori, intervenendo in diretta su Radionorba. “E’ pacifico – ha aggiunto Pinto – che il contratto di servizio tra la Regione Puglia e Ferrotranviaria, nonché la carta di servizio adottata da Ferrotranviaria e anche i decreti ministeriali impongono l’adozione di dispositivi di sistemi di controllo e di sicurezza assoluta nella circolazione dei treni e allora la domanda che stiamo ponendo alla Regione è questa: in tutti i contratti del mondo, laddove ci sia un inadempimento da parte di una delle parti contraenti, si va a verificare se questo inadempimento non legittimi una risoluzione del contratto”. “A noi – ha continuato Pinto – pare davvero strano che dopo una vicenda così grave, così importante non si sia avviato un procedimento amministrativo volto a verificare se la Ferrotranviaria ha violato questi obblighi previsti non genericamente ma specificamente e quindi se ci sono i presupposti per risolvere il contratto, ovviamente affidando poi il servizio con gara a un altro soggetto”. I consumatori intendono approfondire anche la questione delle misure di sicurezza, affidate, nel caso della tratta incriminata, solo al controllo dei capistazione che si scambiavano informazioni vocali. “E’ pacifico – ha spiegato Pinto – che nel momento in cui esistono sul mercato dei servizi e dei dispositivi tecnologici di sicurezza che hanno dei costi non eccessivi rispetto ai numeri enormi di questi contratti di servizio, ci pare opportuno capire se vi siano stati finanziamenti dati per questo scopo. Noi abbiamo potuto verificare che nel 2014 la Regione Puglia ha dato espressamente, con delibera di Giunta regionale, 14 milioni 250 mila euro a Ferrotranviaria per impianti di sicurezza a terra e poi altri sei milioni per impianti di sicurezza a bordo. Ebbene, fermiamoci sui 14 milioni: noi vogliamo sapere, il che ci sembra legittimo, come questi soldi sono stati spesi, vogliamo vedere la rendicontazione che il soggetto privato è tenuto a fare quando utilizza fondi pubblici e quindi vogliamo capire perché su quel binario non c’era uno dei sistemi ormai noti che avrebbero consentito di evitare l’incidente”.
Maurizio Angelillo