L’Italia, entro fine anno, donerà 45 milioni di dosi di vaccini anti-Covid ai Paesi più poveri. L’annuncio di Mario Draghi intervenendo al Global Covid-19 Summit, a margine dell’Assemblea generale dell’Onu. Inoccasione del Global Health Summit di Roma Draghi aveva annunciato la donazione, da parte dell’Italia, di 15 milioni di dosi. “Noi siamo pronti a triplicare i nostri sforzi”, ha aggiunto il premier. “Abbiamo fatto grandi progressi nella distribuzione dei vaccini attraverso il programma Covax ma ci sono ancora grandi disuguaglianze e per questo bisogna essere pronti a essere più generosi”, ha precisato Draghi. Per il presidente del Consiglio, “la cooperazione globale è essenziale per permettere che finisca quest’emergenza pandemica e per prevenire le emergenze sanitarie”
Poi ricorda i numeri: “Nel mondo 2,5 miliardi di persone sono vaccinate e un miliardo è parzialmente vaccinato”. E poi l’appello ad “aumentare la nostra preparazione per le pandemie del futuro”. “Noi – ha detto – dobbiamo aumentare la capacità produttiva di vaccini e di strumenti sanitaria in tutto il mondo, soprattutto nei Paesi più vulnerabili. Noi sosteniamo il piano dell’Unione Europea di donare un miliardo di euro per sviluppare la capacità manifatturiera in Africa e promuovere il trasferimento di tecnologie. Noi accogliamo anche l’agenda Usa-Ue per favorire i nostri comuni sforzi per una vaccinazione globale”.
Draghi guarda direttamente all’obiettivo di istituire il Global Health e Finance Board che “potenzierà la cooperazione globale nella governance e nel finanziamento per la risposta e la prevenzione alle pandemie”. Il Board “supporterà la collaborazione tra il G20 e l’Oms, al Banca Mondiale ed altre organizzazioni internazionali. Noi accogliamo la proposta americana di un Fondo finanziario intermediario”, aggiunge. Questo perché, secondo Draghi, “uno dei punti deboli nella risposta globale alla pandemia è stato l’insufficiente coordinamento tra autorità sanitarie e finanziarie”.
Stefania Losito