Il prezzo dei carburanti continua a salire e la Puglia continua ad essere la regione in cui la benzina costa di più, al punto tale che il Codacons ha presentato un esposto alle procure pugliesi contro Ministero dell’Economia, grossisti e distributori per appropriazione indebita e speculazione da aggiotaggio. Ma perché la Puglia è in testa a questa classifica? Cosa fa lievitare il prezzo così tanto? Si tratta solo di una speculazione nel periodo delle vacanze? Secondo AssoPetroli le ragioni sono diverse.
“Il problema dei prezzi medi tra i più alti d’Italia in Puglia è determinato da due fattori – spiega Giuseppe Greco, coordinatore regionale di AssoPetroli – principalmente dalla base carico della raffineria di Taranto, in secondo luogo dalla erogazione media delle stazioni di servizio presenti in Puglia che sono molto numerose ma hanno un erogato molto basso. Questo determina quindi una ricerca della marginalità da parte dei gestori nell’ ordine di uno, due centesimi, quindi abbastanza ininfluente su quello che è il prezzo finale dal distributore. Tenendo sempre presente che i distributori sono la parte terminale della filiera. Dall’estrazione alla raffinazione il prodotto raffinato poi va nelle stazioni di servizio che subisce i costi industriali della categoria, tanto che i gestori guadagnano quattro, cinque centesimi al litro al massimo. Per quanto riguarda l’aumento dei prezzi a livello internazionale – conclude Greco – vi è sicuramente una problematica dovuta al fatto che la Russia, così come l’Arabia Saudita, hanni ridotto le esportazioni di petrolio”.
Secondo Codacons, solo nell’ultima settimana lo Stato avrebbe incamerato 2,2 miliardi dalle accise. Una cifra che chiede di congelare.
Mauro Denigris