Prosegue la campagna elettorale in vista del voto anticipato del 25 settembre. A due giorni dal vertice dei leader del centrodestra, si delineano, nette, le posizioni con cui i tre principali partiti si avvicinano alle elezioni. Per Fratelli d’Italia, parla Giorgia Meloni e chiarisce che “non avrebbe senso andare a governare insieme”, senza un accordo sulle regole, che comprenda anche le modalità di indicazione del candidato premier. La presidente di FdI aggiunge poi: “Sarà una campagna elettorale violentissima e non ci facciamo intimidire. Penso che la sinistra abbia bisogno di inventare una macchina del fango contro di noi perchè non può dire niente di concreto e di vero. Noi non abbiamo bisogno di inventare una macchina del fango contro di loro perché possiamo banalmente raccontare i disastri che hanno prodotto in Italia negli ultimi 10 anni al governo”.
Sul tema della premiership, Matteo Salvini conferma la ‘sponda’ a Meloni, offerta già nei giorni scorsi. Il segretario leghista chiede agli alleati di “lasciare alla sinistra le liti e le divisioni”. E ribadisce: “Chi avrà un voto in più, avrà l’onore e l’onere di indicare il premier”.
Diversa è la posizione di Forza Italia. Il partito di Silvio Berlusconi sta attraversando un periodo difficile, ‘tormentato’ dagli addii dei ministri Mariastella Gelmini e Renato Brunetta e dall’apertura di una riflessione da parte di Mara Carfagna, dopo la mancata fiducia al governo Draghi. Nei prossimi giorni potrebbero esserci altri addii.
Per il Partito Democratico l’obiettivo è “vincere le elezioni e offrire al paese l’alternativa alla destra rappresentata da Salvini e Meloni. I nomi vengono dopo”. L’invito è quello di rimanere concentrati sulle proposte da fare al Paese. Il segretario del Partito Democratico, Enrico Letta, ha convocato la direzione nazionale domani alle 9 nella sede nazionale di largo del Nazareno.
Carlo Calenda che, presentando il suo programma in 14 punti, ha chiuso la strada a qualsiasi dialogo con il M5s, ma anche con Luigi Di Maio, liquidato con un “Di Maio chi?” di chiara derivazione renziana, e con Europa Verde e Sinistra Italiana. Ma Calenda si spinge oltre, evocando il nome di Mario Draghi per la premiership. “Dobbiamo fare di tutto per cercare di tenere Draghi a Palazzo Chigi. In questo momento è la persona più capace di proteggere l’Italia, cerchiamo di tenercelo. Poi se Draghi non vuole, amen. Qualcuno si trova. O mi candido io o insieme con Bonino”, aggiunge il leader di Azione.
Matteo Renzi è pronto a correre da solo alle elezioni e al momento questa è l’ipotesi più probabile. “Letta premier? Non facciamo ora il torneo dei nomi, prima decidiamo le cose su cui siamo d’accordo e poi verranno i nomi“ dice il leader di Italia Viva. “Alla fine il punto vero è l’obiettivo – ha aggiunto – credo che molti italiani si siano stancati di finte coalizioni. Le alleanze o sono serie sui contenuti, o non possono essere solo un modo per riportare le persone in Parlamento e poi dal giorno dopo delle elezioni gli eletti fanno come gli pare”.
Michela Lopez