Saif Al-Islam, secondogenito degli otto figli di Muammar Gheddafi, ha annunciato la sua candidatura alle presidenziali in Libia, che si svolgeranno il prossimo 24 dicembre. Il figlio di Gheddafi, storico dittatore libico, ha 49 anni e ha presentato ufficialmente la sua candidatura all’Alta commissione elettorale di Sabha, come ha reso noto il sito d’informazione The Libya Observer.
Esattamente dieci anni fa è morto ucciso da un colpo di pistola alla testa dopo essere stato oltraggiato il despota libico, 42 anni di potere. Dal giorno della morte del padre, Saif Al-Islam (laureato in architettura) è considerato il leader della resistenza nazionale libica e fino al 2011, come il più probabile successore alla leadership libica che contendeva al fratello Mutassim Gheddafi, rifugiatosi in Oman con la famiglia.
Allo scoppio della guerra civile libica del 2011 si era schierato con il padre diventando uno dei due portavoce ufficiale del governo. Nonostante una richiesta della Corte penale internazionale di processarlo per crimini contro l’umanità e la sanguinosa repressione di proteste, fu detenuto ma anche protetto a Zintan da milizie libiche che lo avevano catturato. Un processo in contumacia celebrato a Tripoli, aperto ad aprile 2014 e concluso il 28 luglio dell’anno dopo con una vana condanna alla pena di morte per genocidio. Il 5 luglio 2016 Saif fu scarcerato dalle autorità di Zintan in forza di un’amnistia varata nel 2015 dal governo di Tobruk (quello controllato dal generale Khalifa Haftar), e da allora ha vissuto da uomo libero in una località segreta libica, forse al confine con l’Egitto.
A luglio scorso, durante un’intervista al New York Times, la prima con un giornale straniero in un decennio, Saif Al-Islam aveva dichiarato che stava organizzando un ritorno politico per candidarsi alla presidenza. Secondo una stima accreditata dall’emittente televisiva Al Arabiya, i cosidetti “geddafiani” sarebbero oggi tra il 50-70% dei libici.
Anna Piscopo
(Foto tratta da un video diffuso su Twitter)