Gli Usa si preparano a un governo “per fare di nuovo l’America grande”, come l’acronimo che si legge su milioni di cappellini degli elettori di Trump: MAGA, Make America Great Again (Rendiamo l’America di nuovo grande, ndr). Falchi, fedelissimi, controversi, come Elon Musk e Robert F. Kennedy Jr, in cima al toto ministri dopo la vittoria di Donald Trump, 47esimo presidente Usa. E senza dimenticare JD Vance, che a 40 anni è il più giovane vicepresidente Usa, al contrario di Trump, il più anziano a occupare lo Studio Ovale, e con altri due record: il primo repubblicano dopo vent’anni a raccogliere più voti popolari (dopo George W. Bush nel 2004) e il primo presidente a guidare gli Stati Uniti in due mandati non consecutivi.
Ma è Elon Musk ha destare maggiore attenzione: l’uomo più ricco del pianeta che, dopo aver votato dem e puntato su Ron DeSantis, ha scommesso sull’ex presidente diventandone il sostenitore più acceso anche nei suoi comizi: gli ha messo a disposizione la sua piattaforma social X, ha escogitato una controversa lotteria elettorale negli Stati in bilico e gli ha donato 119 milioni che gli hanno già fruttato 13 miliardi di dollari a Wall Street con l’impennata di Tesla. “Con lui è nata una stella, dobbiamo proteggere i nostri geni”, ha detto Trump nel discorso della vittoria a Palm Beach. A lui potrebbe andare la guida di una nuova commissione per l’efficienza governativa che dovrebbe smantellare la burocrazie per le aziende e tagliare 2.000 miliardi di dollari dal bilancio federale. Una posizione che genererebbe un gigantesco conflitto di interessi, dato che Musk è anche uno dei più grandi e importanti contractor del governo federale, dal Pentagono alla Nasa, e che la deregulation favorirebbe alcune delle sue attività, dall’intelligenza artificiale alle auto senza conducente. “Il futuro sarà fantastico”, ha twittato.
Rfk junior, figlio di Bob e nipote di John Kennedy, ha rivelato che l’ex presidente ha promesso di dargli il controllo del dipartimento della Salute con le sue agenzie Cdc, Fda, Nih, e quello all’Agricoltura. L’avvocato no vax ha già annunciato la sua prima battaglia, quella contro il fluoruro dall’acqua pubblica.
Per guidare la diplomazia Usa i nomi ipotizzati sono quelli dell’ex consigliere per la Sicurezza nazionale Robert O’Brien, dell’ex ambasciatore a Berlino Ric Grenell e del senatore ed ex ambasciatore in Giappone Bill Hagerty (un falco anti Cina).
Per il Tesoro si profila un esponente di Wall Street, come John Alfred Paulson o l’ex presidente della Sec Jay Clayton, per il ruolo di portavoce della Casa Bianca spunta Chris LaCivita, campaign manager di Trump. Da vedere se e che
ruolo avrà la stratega Susie Wiles, eminenza grigia della campagna del tycoon.
Stefania Losito