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Elezioni Usa, Trump shock: “Non mi dispiacerebbe se sparassero ai media”. A fare la differenza i voti delle donne della GenZ

In Pennsylvania il candidato alla presidenza Usa, Donald Trump, è inarrestabile. Il tycoon, durante il comizio attacca la stampa, che definisce “gravemente corrotta”, sostenendo che non gli “dispiacerebbe se qualcuno sparasse ai media”. “Per uccidermi qualcuno dovrebbe sparare attraverso i giornalisti presenti e la cosa non mi dispiacerebbe così tanto”, ha detto sfoderando una delle sue frasi shock. Il portavoce della campagna di Trump, Steven Cheung, ha immediatamente chiarito che i commenti dell’ex presidente non erano una minaccia ai media. “Il presidente Trump stava raccontando dei suoi attentati e affermava che anche i media erano in pericolo”, ha detto il portavoce. Nel totoministri di Trump, intanto, si fa il nome del patron di Tesla e X, Elon Musk alla guida di una nuova commissione per l’efficienza governativa.

La candidata dem Kamala Harris ha ottenuto intanto l’endorsement dell’ennesima star di Hollywood, Harrison Ford, e si
è presentata al Saturday Night Live nell’ultima puntata prima del voto. E’ apparsa disinvolta e ha scherzato con l’appellativo di ‘momala’ che le hanno affettuosamente dato i figli del marito, ironizzando sull’incapacità del suo avversario di “non sapere aprire le porte”, sia metaforicamente che materialmente, riferendosi ad un video nel quale The Donald fatica ad acchiappare la maniglia di un furgone. Ha poi fatto sapere di aver votato per corrispondenza. “Ho appena completato il mio voto per corrispondenza”, ha detto ai giornalisti a Detroit, nel Michigan. “La mia scheda e’ in
strada per la California”, il suo Stato d’origine, ha aggiunto Harris.

Intanto, nel duello con la 60enne vicepresidente, Harris, il candidato repubblicano potrebbe essere ridimensionato dai voti della cosiddetta Generation Z, cioè i giovani nati tra il 1997 e il 2012. Su TikTok è infatti comparso un nuovo trend che prevede la “cancellazione” dei voti dei genitori per Trump, pronunciandosi a favore della Harris. Negli swing states, cioè quegli Stati in cui il voto è in bilico, potrebbe risultare un messaggio decisivo, come in Michigan, Pennsylvania, Georgia.
La Gen Z conta 41 milioni di potenziali elettori, di cui quasi metà persone di colore e oltre 8 milioni quest’anno per la
prima volta alle urne. Votano ad esempio per la prima volta quest’anno i ragazzi di Sandy Hooks, sopravvissuti nel 2012 al massacro nella scuola elementare di Newtown in Connecticut, quando il ventenne Adam Lanza uccise sei adulti e 20 tra i loro compagni prima di togliersi la vita. Le Swifties, pronte a seguire l’esempio della loro eroina Taylor Swift nel voto per i dem. Celebrità come Taylor o Beyoncé fanno ancora presa tra i ragazzi della Gen Z che, secondo uno studio di Harvard, sono accomunati dalla sfiducia verso leader e istituzioni, e che per informarsi si rivolgono ai social, TikTok, X, Instagram, Reddit e YouTube. I maschi della Gen Z, negli ultimi anni, sono invece attratti dal dissacrante Trump, che fa loro l’occhiolino sul podcast del no vax Joe Rogan, usando il loro gergo. Secondo un sondaggio recente della Nbc, metà delle ragazze è con la Harris, un terzo dei loro coetanei per Trump.
Nel 2020 votò il 66 per cento degli studenti di college, un record di 12 punti in più rispetto al 2016, secondo dati
dell’Institute for Democracy and Higher Education. Tra i temi più cari per la Gen Z, ci sono i debiti per l’accesso al
college, le tasse, l’aborto e il costo della vita. Per la preferenza alla Harris c’è soltanto uno scoglio: la guerra a Gaza. Il tema potrebbe indurre al non voto le ragazze e i ragazzi che si sono accampati la scorsa primavera nei campus
per la causa palestinese. 

Stefania Losito

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