“Dobbiamo respingere ogni atto deliberato contro le infrastrutture energetiche europee” e “saremo pronti a una risposta forte e unita” davanti ad altri attacchi. E’ la via indicata dal ministro dell’Industria della Repubblica Ceca, Jozef Sikela, che detiene la presidenza di turno dell’Ue, al suo arrivo al Consiglio straordinario Energia, esprimendo preoccupazione per le esplosioni ai gasdotti Nord Stream. Quanto accaduto in settimana è “un tema estremamente serio, penso che non sia una coincidenza”, ha evidenziato. Dalla Russia arriva la replica accusatoria: “Abbiamo materiale che indica il coinvolgimento dell’Occidente nel sabotaggio degli oleodotti Nord Stream”. Lo ha dichiarato il capo del servizio di intelligence estero di Mosca, citato dalla Tass.
Intanto il governo tedesco ribadisce il suo ‘no’ al price cap generalizzato al gas, lo fanno sapere fonti diplomatiche europee in vista dell’Eurogruppo di lunedì. Non per “ragioni ideologiche – spiegano – ma perché è necessario “garantire la sicurezza degli approvvigionamenti” e con un tetto su tutte le importazioni “c’è un alto rischio che il Gnl vada verso l’Asia o altrove”. Il rischio per Berlino, spiegano, è che il caro energia tagli fuori l’Europa intera dalle forniture. E ammettono come unica soluzione la negoziazione diretta degli Stati con i fornitori, proposta che ha fatto storcere non poco il naso al premier italiano mario Draghi che ha invocato solidarietà tra i Paesi Ue, esattamente “come per gli attacchi in Ucraina”.
Stefania Losito