Conferenza stampa movimentata per il ct Azzurro, tra “spie” e incomprensioni, fino alle scuse “notturne”
Luciano Spalletti furioso con i giornalisti. Subito dopo il pari dell’Italia con la Croazia il commissario tecnico azzurro ha messo in scena una reazione ad alta tensione e inaspettata, tra allusioni, parole dure, patti e veleni. Spalletti ha puntato il dito contro le ‘spie’ che fanno trapelare le notizie riservate. Alla prima domanda relativa ad una sorta di patto tra
il ct e la squadra sulla formazione da schierare contro la Croazia, il ct è andato gìù duro: “Mi traduca meglio la parola
patto – è esploso Spalletti – Ecco, questo secondo me glielo hanno detto e fa bene a ridirlo. Perché è così. Quanti anni ha lei? (51, la risposta del giornalista). Ha ancora 14 anni di pippe per arrivare a 65, per arrivare alla mia età… Io parlo
con i giocatori, ho orecchie e devo guardare con i nostri occhi. Qual è il problema? Patto di cosa? Patto per gli altri? È un patto per noi… Glielo hanno detto e fa bene a ridirlo. Non si prenda delle licenze che non sono sue. Sono debolezze di chi racconta le cose. C’è un ambiente interno e un ambiente esterno e un ambiente interno e se qualcuno racconta le cose interne, fa il male della Nazionale”.
Una conferenza stampa quella del post Italia-Croazia che sembrava non finire mai e in cui Spalletti ha scacciato ogni
paura parlando di ‘veleno’ azzurro che può servire da carburante: “Hai paura? Ma che ho paura. Se avevo paura venivo
a vedere le partite come voi. Se non volevo aver paura facevo come voi, il vostro lavoro e venivo a vederle le partite e non avevo paura. E’ da quando ero all’Empoli che non dormo la notte, è una cosa normale. Perché anticiparci quello che può avvenire? Uno può fare l’analisi, ma non prenderci per il culo perché abbiamo perso una partita. Io non sono invidioso di un giornalista che scrive un bell’articolo, a me non riesce. Però io non voglio che mi si metta ancora più pressione di quella che mi mette addosso la gente. Io reagisco perché me lo inietto da solo il veleno”.
Sfuriata quella di Spalletti nata, probabilmente, da una incomprensione legata ad un episodio che ha visto un membro dello staff del presidente della Figc, Gravina, presente durante un colloquio con alcuni giocatori; il seguito in piena notte, con la telefonata di scuse del ct ai giornalisti ai quali nella conferenza post gara si era rivolto animatamente, in risposta a domande. Le telefonate di chiarimento sono partite mentre l’aereo che doveva riportare la Nazionale di calcio a Dortmund stava rullando sulla pista di Lipsia prima di decollare, per un ritorno a Iserlohn, quartiere generale dell’Italia agli Europei in Germania, avvenuto a notte fonda.
Ma a salvare l’Italia, come solo l’Italia sa fare all’ultimo minuto, è stato un bagnino e qui nessuna polemica: Mattia Zaccagni, l’autore del gol che, a tempo scaduto, ha regalato alla Nazionale di Spalletti la qualificazione agli ottavi di finale con un gol alla Del Piero contro la Croazia, da pochi giorni, con la sua famiglia, gestisce uno stabilimento balneare a Bellaria, a pochi chilometri da Rimini. È, peraltro, uno dei pochissimi in Italia che ha vinto un bando per una concessione balneare, questione che ormai da anni fa discutere la politica e il settore del turismo: il Comune lo ha emesso per una nuova aggiudicazione dopo che il concessionario dello stabilimento è morto e l’offerta presentata da Zaccagni è stata ritenuta la migliore.
Stefania Losito