ArcelorMittal tratta in Italia per uscire dall’ex Ilva, mentre in Francia raggiunge un accordo per investire 1,8 miliardi di euro e decabonizzare l’impianto di Dunkerque, che da solo rappresenta il 6% delle emissioni industriali francesi. L’annuncio dell’intesa tra il governo francese e il colosso indiano dell’acciaio è arrivato dal ministro francese dell’Economia Bruno Le Maire che a sua volta, nell’ambito del piano di riduzioni del carbonio prodotto dall’industria, potrà arrivare ad investire ulteriori 850 milioni accompagnando gli investimenti effettivamente realizzati dal gruppo privato.
In Italia il futuro è l’uscita di Mittal dal suo 40% della società che gestisce gli impianti ex Ilva e che potrebbe valere 400 milioni di euro. Sarebbe questo l’indennizzo che potrebbe portare ad un ‘divorzio’ consensuale evitando il ricorso al commissariamento del gruppo, con impatto negativo su fornitori e indotto. Risorse alle quali il ministero dell’economia dovrebbe aggiungere ancora – secondo i calcoli riportati dal quotidiano la Repubblica, che per primo ha pubblicato le indiscrezioni sulla vertenza – altri 3/400 milioni da immettere nell’azienda per rilanciare la produzione e circa 950 milioni per ricomprare gli impianti, considerando anche che 700 milioni dovrebbero tornare indietro, in quanto prestiti che il Mef aveva versato al primo commissariamento.
Al contrario, in Francia, nelle prossime ore, Le Maire, al quale nel recente rimpasto è stato confermato nel suo ‘portafoglio’ di competenze anche il tema della politica energetica, si recherà nella centrale nucleare di Edf a Gravelines, nel Nord della Francia e nel vicino impianto siderurgico di Dunkerque per promuovere l’investimento.
Stefania Losito