La commissione Politiche dell’Unione europea del Senato ha approvato, in sede di conversione del decreto legge ‘salva-infrazioni’, un emendamento del governo che agevola la chiusura dello stabilimento ex Ilva di Taranto. A presentarlo era stato il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto. In una nota Palazzo Chigi ha spiegato che l’emendamento è “in materia di amministrazione straordinaria delle grandi imprese, che riguarda stabilimenti industriali, o parti di essi, dichiarati di interesse strategico nazionale”. Con questo emendamento, si legge ancora, “viene favorito il recepimento delle indicazioni contenute in ulteriori procedure di infrazione relative alla qualità dell’aria”. Il provvedimento “consente di proseguire nell’attività di modernizzazione e di decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto, a differenza di quanto strumentalmente sostenuto da qualche opposizione, in attuazione del Piano di risanamento ambientale e delle prescrizioni contenute nell’autorizzazione integrata ambientale”. “Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri”, viene spiegato, “saranno definiti i criteri per attuare progetti di decarbonizzazione, con indicazione dei termini massimi di realizzazione. Inoltre, ulteriori progetti di decarbonizzazione potranno essere presentati dal gestore con oneri a proprio carico esclusivo”.
La nuova disciplina, secondo Palazzo Chigi, “prevede che tutti gli obblighi previsti in capo al primo acquirente dello stabilimento dovranno essere rispettati anche dai successivi acquirenti, fino a quando non venga accertata la cessazione dei rischi connessi alla produzione”. L’emendamento “coniuga l’esigenza di garantire la continuità dell’attività produttiva, la salvaguardia dell’occupazione e la tutela dell’ambiente”.
Vincenzo Murgolo