Sarà la Corte di giustizia europea a decidere se chiudere o meno il siderurgico, ora Acciaierie per l’Italia. La questione è stata sollevata dal Tribunale di Milano. La richiesta di chiusura, a causa dell’inquinamento ambientale e per problemi sanitari, era stata avanzata da una class action formata da 11 cittadini, tra cui un bambino di 8 anni affetto da una malattia rarissima, mutazione del gene Sox4, riscontrata in altre sette persone al mondo.
In particolare, i giudici hanno rimesso alla Corte europea tre questioni che riguardano l’interpretazione della “normativa europea in materia di emissioni inquinanti di impianti industriali in relazione alle norme italiane”. Un anno fa la prima udienza. I cittadini chiedevano la cessazione delle attività dell’area a caldo dell’ex Ilva, la chiusura
delle cokerie, fino all’attuazione delle prescrizioni dell’Aia (Autorizzazione Integrata Ambientale) la cui scadenza è prevista ad agosto 2023. Tra le richiesta avanzate, un piano per l’abbattimento delle emissioni di gas serra di almeno il 50%. La decisione di oggi non ha, nei fatti, conseguenze sulle attività del siderurgico.
Anna Piscopo