Un tenente colonnello medico dell’Aereonautica militare e una sua collaboratrice sono stati arrestati, e sono finiti ai domiciliari, sulla base di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Bari. Oltre ai 2 arrestati dai carabinieri, sono state disposti per 7 indagati l’obbligo di presentazione alla Polizia Giudiziaria e per 4 il divieto di esercitare la professione per dodici mesi: sarebbero tutti titolari di autoscuole e agenzie di pratiche auto ritenuti coinvolti, con i due arrestati, in una inchiesta su presunti certificati medici falsi per ottenere il rilascio o il rinnovo delle patenti di guida.
I reati contestati sono falso in atto pubblico in concorso, accesso abusivo a sistema informatico, detenzione e diffusione abusiva di codici di accesso a servizi informatici. Secondo l’accusa i reati sarebbero stati commessi in Puglia e Veneto.
Diverse le modalità utilizzate, dalle ricostruzioni degli inquirenti, per produrre le false attestazioni, tra cui la completa omissione delle visite mediche, oppure gli accertamenti clinici svolti dalla collaboratrice o dai titolari delle autoscuole e agenzie in accordo con l’ufficiale medico. Ma gli inquirenti hanno accertato anche la cessione a terzi delle credenziali di accesso al sistema informatico del Dipartimento trasporti terrestri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Il “medico accertatore”, omettendo di effettuare la visita medica oppure delegandola alla propria collaboratrice o al
titolare della scuola guida, aveva la possibilità, secondo l’accusa, di incrementare in maniera esponenziale il numero dei certificati emessi, ognuno rilasciato per un corrispettivo di circa 25 o 30 euro, conseguendo in tal modo un “enorme profitto”.
I titolari delle agenzie, invece, sarebbero riusciti a monopolizzare il mercato nei territori dove svolgono la loro attività, perché ritiene l’accusa, c’era “la sicurezza del buon esito e le tariffe concorrenziali in virtù della mancata effettuazione della visita medica”, ma anche per la circostanza che garantivano “questa prestazione a tutti quei soggetti che altrove non avrebbero mai potuto vedere rinnovata la patente di guida, non essendo in possesso dei requisiti minimi previsti”.
Stefania Losito