Operazione dei carabinieri questa mattina ad Andria, nella sesta provincia. Arrestate sei persone, accusate di aver fatto parte di un gruppo che per mesi avrebbe messo a segno furti, rapine e riciclaggio dei mezzi rubati. In quattro sono finite in carcere e due agli
arresti domiciliari. Rispondono a vario titolo di associazione per delinquere finalizzata al compimento di furti, rapine e riciclaggio di veicoli. Le misure cautelari sono state disposte dal gip del tribunale di Trani su richiesta della Procura.
L’indagine è stata denominata Raptor, ovvero Rapace, per le modalità messe in campo dal gruppo. Gli accertamenti investigativi sono iniziati nel dicembre dello scorso anno.
Secondo quanto emerso, gli indagati – tutti andriesi – avrebbero costituito un’associazione per delinquere – con la disponibilità di armi e strumenti idonei a inibire le comunicazioni telefoniche e telematiche – radicata nella cittadina federiciana e finalizzata a realizzare una serie indefinita di delitti contro il patrimonio – nell’ambito della provincia, nonché a Matera e San Benedetto del Tronto – aventi a oggetto beni di ingente valore, quali macchine operatrici, cingolati, trattori stradali e rimorchi. Utilizzavano anche linguaggio in codice: l’arma da fuoco era chiamata “scatt sciann, mentre con il termine “toc toc” si indicavano i telefoni, “cornut” per gli inibitori di frequenza, “maciste” per il trattore stradale mentre “la gatta” era l’autovettura veloce utilizzata per compiere le azioni delittuose.
Il capo della Procura di Trani, Renato Nitti, parla di “difficoltà ad affrontare i reati che i cittadini sentono sulla loro pelle” e sottolinea: “ Nella provincia di Barletta-Andria-Trani resta il grave problema delle risorse. A parità di numero di abitanti di altre province, abbiamo 200 carabinieri in meno”.
Michela Lopez