Da parte del Governo non è in corso alcuna valutazione sull’attivazione dello ‘stato di allarme’ relativo alla crisi energetica. Permane lo stato di preallerta che comporta il costante monitoraggio della situazione. È quanto si apprende da fonti di governo.
L’ipotesi di un’eventuale mancanza delle forniture russe di gas non spaventa dunque il governo. “L’obiettivo – dice il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani- è rendere l’Italia indipendente dalla Russia in tempi rapidi”.
L’import di gas dalla Russia in Italia ammonta a circa 29 miliardi di metri cubi nel 2021, secondo gli ultimi dati del Mite, e copre il 38% dei consumi del Paese. “Se fosse interrotto oggi il gas – ha aggiunto Cingolani – non dovremmo avere problemi per i prossimi mese, ma dovremmo essere molto attenti agli stoccaggi, cioè alle riserve invernali ma stiamo lavorando con ampio anticipo”.
La prima strada per fare a meno della Russia passa dalle trattative con altri altri possibili fornitori di gas, in particolare in Nord Africa. Nel breve periodo, il Mite ha indicato come possibile un aumento fino a 9 miliardi di metri cubi l’anno dal gas algerino attraverso Transmed e di circa 1,5 miliardi dall’Azerbaijan attraverso il Tap.
I governi europei sono compatti nel rifiutare il ricatto di Vladimir Putin di pagare in rubli le forniture di gas e stanno valutando quali siano le vere intenzioni del Cremlino a riguardo. Gli ambasciatori Ue si sono incontrati per discutere la questione e dalla riunione è emersa una chiara indicazione da parti di tutti i 27 sul fatto che i contratti debbano essere osservati e rispettati nelle valute previste, vale a dire euro o dollari.
Michela Lopez