Volodymyr Zelensky è “il figlio di p… dell’Occidente”: così la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, nel corso del quotidiano punto stampa, ha definito il presidente ucraino dopo la visita a Washington. “E’ il loro figlio di p… e quindi tutto gli è concesso. Soprattutto non è solamente il loro figlio di p…, ma anche uno strumento di contrasto al nostro Paese”. Gravisime le accuse della portavoce moscovita all’indomani del discorso di Zelensky agli Usa.
L’Ucraina all’inizio del 2022 era diventata, con l’appoggio dell’Occidente, uno stato “estremamente ostile” nei confronti della Russia, secondo quanto dichiarato dal capo di stato maggiore militare russo, gen. Valery Gerasimov, citato dalla Tass, che ha definito la Nato uno “strumento” degli interessi americani. Gerasimov ha detto che gli stati occidentali che piu’ hanno contribuito ad armare Kiev sono stati, oltre agli Stati Uniti, anche il Regno Unito, la Polonia e la Romania.
Gerasimov ha quindi detto che i combattimenti nell’operazione militare speciale hanno interessato “vasti territori” e sono stati “feroci fin dall’inizio”. Con le offensive sferrate in Ucraina, ha aggiunto il comandante militare, “le truppe coinvolte hanno liberato la Repubblica popolare di Lugansk. Il porto di Mariupol e’ stato conquistato con perdite minime. E’ stato instaurato il pieno controllo sulla costa del mare d’Azov e sui territori di Kherson e Zaporizhzhia”, ha detto Gerasimov. “Lo sforzo bellico dell’Armata russa in Ucraina è al momento concentrato sulla regione di Donetsk,
nel Donbass, con l’intenzione di liberarla completamente”, secondo quanto dichiarato dal capo di stato maggiore militare russo.
Dal canto suo, il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg scrive sul Financial Times le sue riflessioni a proposito della guerra di Putin: “La Russia – spiega – spera di congelare la guerra per permettere alle sue forze di riorganizzarsi,
riarmarsi e cercare di lanciare una nuova offensiva. Il Presidente Volodymyr Zelensky ha proposto alla Russia di iniziare il ritiro delle truppe entro Natale come passo per porre fine al conflitto, ma Mosca ha rifiutato senza mezzi termini. E’ stato Putin a iniziare la guerra. Puo’ porvi fine oggi stesso uscendo dall’Ucraina: al momento non mostra alcun segno
di voler raggiungere una vera pace”.
Ma anche l’Unione europea non intende fermarsi nel sostegno al premier e al popolo ucraino. Il summit Ue-Ucraina è stato confermato per il 3 febbraio ma non è detto che si tenga a Bruxelles. Lo precisa un alto funzionario europeo a conoscenza del dossier. Il summit si tiene ogni anno e nel 2021 era stato organizzato in Ucraina.
Il G7 dei ministri delle Finanze ha, intanto, fatto sapere di aver mobilitato un totale di 32,7 miliardi di dollari per l’Ucraina nel 2022. Il piano prevede ora di fornire altri 32 miliardi di dollari nel 2023. In questo modo, il G7 riafferma il suo “incrollabile sostegno” all’Ucraina. Lo annuncia un comunicato dei ministri G7 delle Finanze, che si sono oggi riuniti l’ultima volta sotto la presidenza tedesca. L’incontro era in forma virtuale.
Stefania Losito