Il presidente russo Putin lancia la ‘guerra del gas’, imponendo per decreto il pagamento in rubli ai Paesi ostili, pena la sospensione delle erogazioni. L’ Ue respinge quello che considera un “ricatto”. Il presidente Draghi, però, rassicura: il leader russo ha promesso che le aziende europee avranno delle “concessioni” e potranno continuare a pagare in euro. Draghi ne parla al telefono con il cancelliere tedesco Olaf Scholz. Italia e Germania sono i primi acquirenti europei del gas russo e Berlino, insieme a Parigi, ha già fatto sapere che si sta “preparando” anche all’eventualità che Putin chiuda i rubinetti del gas. Palazzo Chigi precisa che Roma si atterrà alla linea stabilita dalla Commissione. Si va verso la bella stagione e il riempimento degli stoccaggi va avanti a ritmo sostenuto, spiegano dal governo. Eventuali interruzioni, come assicura anche il ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, non sarebbero un problema nell’immediato ma, se uno stop dovesse protrarsi a lungo, in autunno ci sarebbero delle difficoltà. L’Italia lavora per l’autonomia dal gas russo, continua Draghi, ricordando che per tamponare gli effetti su famiglie e imprese dei rincari dei prezzi esasperati dalla guerra il governo ha già stanziato 20 miliardi ed è pronto a fare ulteriori interventi. Dopo il varo del Def la prossima settimana, probabilmente mercoledì, e dopo un confronto con i sindacati, che il premier
incontrerà giovedì mattina per esaminare la situazione economica, anche alla luce delle novità sul fronte del gas. “Tutti desideriamo uno spiraglio di luce, ma tutti dobbiamo stare con i piedi per terra”. Pure se le parti sembrano “un po’ avvicinate” i tempi non sono “ancora maturi” per una soluzione del conflitto in Ucraina e il presidente del Consiglio Mario Draghi impone cautela. C’è ancora “scetticismo” sulle reali intenzioni dello Zar, dice davanti alla stampa estera mentre racconta della sua telefonata con Vladimir Putin e della richiesta arrivata da Mosca, così come da Kiev a inizio settimana, che l’Italia faccia da “garante” per facilitare il processo di pace.
Nel colloquio si è avvertito un certo “cambiamento” di tono di Putin, ammette Draghi. Ma non si sentivano “da prima della guerra” ed è difficile da interpretare. La situazione, ripete più volte il premier, è “in evoluzione” e bisogna stare il più possibile “ai fatti” che finora non hanno mostrato da parte di Mosca un vero “desiderio di pace”. E’ stata “soltanto la difesa dell’Ucraina che ha rallentato l’invasione – osserva – e, forse, porta al processo di pace”.
Da parte sua, il Cremlino conferma che “qualsiasi ulteriore azione ostile da parte dell’Ue e dei suoi Stati membri incontrerà inevitabilmente una dura risposta”. In risposta alle sanzioni, Mosca ha deciso di vietare l’ingresso ai leader europei. Washington intanto ha annunciato nuove sanzioni, aggiungendo alla lista 13 individui e varie entita’ russe. Alla vigilia del vertice Ue-Cina, l’Europarlamento spera che l’Unione possa ‘convincere Pechino a non aiutare Mosca ad aggirare le sanzioni’ e a ‘utilizzare tutta la sua influenza per arrivare a un cessate il fuoco immediato’.
Stefania Losito