Sarebbe stato un camion-bomba, secondo Mosca, a provocare il violento incendio che ha danneggiato questa mattina il ponte sullo stretto di Kerch, che collega la Crimea alla Russia. Le fiamme hanno coinvolto un deposito di stoccaggio del carburante. Interrotto il traffico delle auto e quello ferroviario sulla struttura di 19 chilometri, la più lunga d’Europa. Il presidente russo Putin ha istituito una commissione governativa d’inchiesta per fare luce sull’incidente. Un tweet di Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, sembra suggerire una responsabilità diretta di Kiev: “Crimea, il ponte, l’inizio. Tutto ciò che è illegale deve essere distrutto”. Il capo dell’Assemblea di Crimea, Vladimir Konstantinov, ha definito l’accaduto “un colpo di stato da parte di ‘teppisti ucraini'”.
La reazione del governo ucraino all’incendio scoppiato oggi sul ponte di Crimea denota la sua “natura terroristica”, ha detto la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, come riporta la Tass. “La reazione del regime di Kiev alla distruzione di un’infrastruttura civile evidenzia la sua natura terroristica”, ha detto Zakhir, commentando le osservazioni di Podolyak.
L’incendio non ha causato vittime e il ministero russo dell’Energia, secondo quanto riporta la Tass, rassicura: “La Crimea ha scorte di carburante per autotrazione per 15 giorni, per ora sufficiente. Si sta lavorando per garantire ulteriori forniture”, si legge nel messaggio su Telegram.
Il ponte di Kerch fu realizzato per volere di Putin nel 2018, dopo l’annessione della Crimea, ed è un collegamento strategico per il trasporto di equipaggiamenti militari ai soldati russi in Ucraina, che ora saranno più difficili, come lo spostamento delle truppe.
Stefania Losito