Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha visitato nuovamente la Striscia di Gaza per parlare con i soldati impegnati nella guerra contro Hamas. “Ho da dirvi due cose”, ha sottolineato il primo ministro, secondo quanto riportato da fonti governative, “la prima è che dobbiamo fare di tutto per proteggere la vostra sicurezza e le vostre vite. La seconda è che non ci fermiamo. Chiunque parli di questo sappia che non è così. Andrà avanti fino alla fine. Finché non li finiamo. Niente di meno”. Netanyahu aveva già visitato la zona a novembre.
Poco prima della visita ai soldati, però, il primo ministro è stato contestato durante un discorso al Parlamento dalle famiglie degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza dall’inizio della guerra contro Hamas, 80 giorni fa. “Ora, ora”, hanno scandito i parenti degli ostaggi in diversi momenti del discorso, mentre Netanyahu dichiarava che le forze israeliane avevano bisogno di “più tempo” per garantire il loro rilascio continuando le operazioni nel territorio palestinese.
In Siria, intanto, un generale delle Guardie rivoluzionarie, l’esercito ideologico iraniano, è stato ucciso vicino Damasco in un attacco attribuito a Israele. A riferirlo è stata l’agenzia di stampa ufficiale di Teheran, Irna. Razi Moussavi, uno dei consiglieri più esperti dei Guardiani in Siria, sarebbe stato ucciso in un attacco nel quartiere di Sayyida Zeinab, a sud di Damasco. “Israele pagherà certamente”, ”a replicato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi. “Senza dubbio”, ha aggiunto, “questa azione è un altro segno della frustrazione, dell’impotenza e dell’incapacità del regime sionista nella regione”. Raisi ha poi concluso che Israele “pagherà certamente per questo crimine”.
Un altro fronte caldo è quello del Libano. “Non permetteremo il ritorno alla situazione precedente in cui ci trovavamo fino al 6 ottobre”, ha detto il ministro della Difesa di Israele, Yoav Gallant, in visita al confine con il Libano. “Stiamo colpendo duramente Hezbollah”, ha spiegato, “L’aeronautica militare vola liberamente sul Libano e noi aumenteremo tutti questi sforzi”. Gallant ha poi spiegato che per far rientrare nelle zone a ridosso del Libano gli sfollati israeliani occorre “un’azione consensuale, che ci interessa, e nel cui ambito si stabilisca una situazione diversa”. “Altrimenti”, ha aggiunto, “cambieremo la realtà con l’attività militare”.
Vincenzo Murgolo