Non ce l’ha fatta a trattenere le lacrime l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia, nel corso dell’omelia pronunciata ai funerali del piccolo Samuele, morto dopo una caduta dal terzo piano della sua abitazione. “Chi perde i genitori è orfano, chi il coniuge è vedovo ma non c’è una parola per definire un genitore che perde un figlio”. Ha letto, tra le lacrime, una lettera a Samuele, definendolo “caro dolce, piccolo principe”. Per la morte del bimbo di quattro anni è stato arrestato dalla polizia il collaboratore domestico della famiglia, Mariano Cannio, di 38 anni. Erano in centinaia a dare l’ultimo saluto al piccolo, nella chiesa di Santa Maria degli Angeli alle Croci. In tanti indossavano una maglia
bianca con la scritta “sei un angelo speciale” e all”uscita del feretro sono stati lasciati volare in cielo palloncini bianchi. Monsignor Battaglia è entrato in chiesa inginocchiandosi davanti alla piccola bara, ha salutato i genitori Carmen e Giuseppe. “Venga a pregare con noi”, era stata la loro richiesta, quando si era offerto di aiutarli. Aiutaci “a venire fuori da questo dolore così grande, così sconosciuto che può fare paura” ha raccontato durante l’omelia. “Noi ora abbiamo bisogno di te, piccolo principe – ha aggiunto – e sono sicuro che da dove sei ora continuerai a guardarci, a sorriderci, a volerci bene”. “Ora dovrai indicarci tu come ridere a questo mondo”, ha detto ancora “mentre noi stiamo ancora a cercare di dare risposte a tante domande, in questa vita che ci sembra troppo grigia e troppo buia senza di te”. Per il vescovo di Napoli ora bisogna avere la forza per “vivere questo dolore senza lasciarsi sopraffare da esso, per
non smarrirci, per non perderci, per continuare a resistere, a stare in piedi, ed andare avanti sotto questa croce che ci
sembra troppo pesante. E tu ci insegni, Samuele, che solo l’amore resta”.
“La famiglia non cerca vendetta, attende la verità per capire perché sia successo”, ha spiegato l’avvocato Domenico De Rosa, legale della famiglia di Samuele. “I genitori non hanno nessuna responsabilità, neppure di carattere morale, circa l’accaduto” ha aggiunto De Rosa dopo che la mamma aveva detto di sentirsi in colpa per non aver prestato, a suo dire, abbastanza attenzione. “Non hanno lasciato il figlio nelle mani di una persona che non sta bene, cosa che alla famiglia non risultava affatto”. La famiglia chiede, ha precisato il legale, “che venga rispettato il loro dolore e anche il lavoro dei giornalisti, quello della Procura e quello dell’avvocato di Cannio”. De Rosa ha anche voluto sottolineare che i rapporti tra Cannio e i genitori di Samuele erano sempre stati “di estrema normalità”. “Da anni faceva le pulizie, non solo a casa Gargiulo, e non aveva mai dato segni di squilibrio”, ha spiegato il legale.
Stefania Losito