L’inchiesta sulle plusvalenze fittizie della Juve, con i suoi possibili sviluppi, fa tremare i polsi. E toglie serenità anche ai militanti del “così fan tutti”, schiere di tifosi convinti che presto sarà coinvolta mezza Serie A. “Mal comune mezzo gaudio”, come appiglio e tattica difensiva estrema, per evitare il baratro. Che appare così concreto e vicino, da scomodare John Elkann, erede diretto dell’avv. Agnelli. In questo ore, è in corso un vertice fiume con gli avvocati. Mentre l’amministratore delegato, Maurizio Arrivabene, dialoga in Procura, in qualità di persona informata sui fatti.
Secondo indizio: l’esclusione di Andrea Agnelli dal summit. Uomo simbolo della Juve nell’ultimo decennio; l’uomo che ha ripreso la Juve, dandole il lustro che meritava. Con la “Vecchia Signora “, ha sfiorato il tetto del mondo. Ha mancato l’impresa, nel bis di Cardiff. Poi si è fatto travolgere dagli eventi. Tralasciando ipotesi fantasiose, è chiara la voglia di rompere con il recente passato. Anno nuovo, vita nuova. Così sarà all’Allianz. La Juve è una società quotata in borsa. Il titolo oggi è stato sospeso per eccesso di ribasso. C’è bisogno di nuova linfa per riavere la fiducia degli investitori.
Terzo indizio: la nota del Codacons. L’associazione dei consumatori presenterà due esposti – Antitrust e Procura Federale – chiedendo la revoca degli scudetti e la retrocessione in B della Juve, qualora fossero accertati gli illeciti di cui si parla. Calciopoli cominciò nello stesso modo.
Michele Paldera