Mettiamoci sul falchetto di Federico II e dall’alto rivediamo il nostro Paese, che ha molti problemi, ma che noi siamo in grado di affrontare solo se siamo insieme.
Con queste parole, dal castello di Trani, il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi ha inaugurato l’anno scolastico 2021/’22 in Puglia.
La scuola italiana, ha detto, resta una delle migliori al mondo. Lo scopriamo soprattutto se andiamo nel territorio e vediamo scuole più belle di quanto possiamo immaginare.
Il ministro punta sull’orgoglio e riprende il titolo dell’evento organizzato a Trani per dare il via all’anno scolastico pugliese, “Stupor Mundi”: siamo in grado di fare cose che ci devono far stupire, ha detto Bianchi. Dobbiamo tornare a provare l’orgoglio per noi stessi e sfilare tutti insieme.
Poi il paragone tra il dopo guerra e il post Covid: per i nostri padri e nonni la ricostruzione del Paese è stato un momento straordinario. Uscivano da una guerra devastante e hanno lavorato per costruire un Paese che non c’era mai stato prima.
Quindi anche questa riapertura, ha affermato il ministro Bianchi, deve essere un nuovo inizio. Non un semplice ritorno alla normalità, ma una nuova normalità. E la sfida è chiara: tutti i bambini e le bambine devono avere le stesse opportunità, a partire dagli asili nido perché, ha detto il ministro, “non è possibile che se nasco in una zona c’è un posto in asilo per ogni due bambini e in un altro posto no”. La prima sfida, allora, è quella di ricostruire il Paese sul principio dell’eguaglianza e della giustizia.
“Abbiamo un compito oggi – ha aggiunto Bianchi – abbiamo il dovere di mostrare e di sognare un Paese che è quello che non abbiamo ancora avuto, un Paese che è uguale in tutto il Paese, un Paese che è condiviso in tutto il Paese, un Paese di cui essere orgogliosi in tutto il Paese. Un Paese che riparte dal Mezzogiorno, perché è un Paese che ha bisogno del Mezzogiorno e di ritrovare se stesso”.
Ridurre il divario Nord-Sud è uno degli obiettivi principali del governo, secondo il ministro dell’Istruzione. Ed è anche per questo, ha fatto sapere, che il 40% dei 18 miliardi di euro delle risorse del Pnrr destinate alla scuola deve finire al Sud, sia per le infrastrutture sia per lo sviluppo delle attività.
Gianvito Magistà