Top e flop del turno infrasettimanale
Chi sale e chi scende in un campionato che non brilla per tasso tecnico, ma si conferma avvincente, anche oltre il novantesimo. Nell’ultimo miglio del turno infrasettimanale ( questa sera si chiude con Napoli – Bologna ), è già chiara la griglia dei top e dei flop di giornata.
Top, in vetta e con quel pizzico di fortuna sempre gradito, è il Milan di Pioli. La squadra rossonera mostra progressi istantanei e resta la vera favorita, per il potenziale ancora inespresso. La staffetta Giroud – Ibrahimovic garantisce esperienza e peso offensivo. Leao è il futuro, con alle spalle un esercito di giovani alla ribalta del grande calcio
Merita i riflettori anche D’Ambrosio, terzino dell’Inter, vero interprete del ruolo da gregario. Che non significa rincalzo, ma uomo capace di tirare la volata sino alla vittoria. Il ciclismo insegna, Danilo apprende e fa decollare il progetto Inzaghi…top
Un plauso va all’Atalanta di Gasperini, mai doma e sempre pronta a sorprendere. Ilicic ne è il simbolo, in grado di rinascere dalla sue ceneri, come l’araba fenice. La partenza del Papu Gomez è stato uno choc emotivo. La dimostrazione è chiara ed inequivocabile: la tempestività nelle scelte è fondamentale, per non farsi travolgere dall’incessante scorrere del tempo.
Si giunge così alla Juve, esempio opposto. Resta il nostalgico ricordo delle vittorie al Max. Ma questa non è la sua Juve. E’ un insieme di scelte improvvisate; di parametri zero dati in pasto ai giornali come fenomeni e di promesse mai sbocciate. La storia del brutto anatroccolo, al contrario. Il cigno bianco che si specchia e diventa nero…
Nell’Olimpo entra Pellegrini, capitano romano e romanista. Silenzioso e pericoloso. Cecchino a Cagliari su calcio piazzato. Un gol pesante come quella fascia mostrata con orgoglio e che fu dell’ottavo re di Roma, Francesco Totti, intramontabile ed indimenticabile.
Cassano ( è mai stato Fantantonio ? ) perdoni l’affronto. Ma tra i flop c’è lui ( per l’ennesima volta ), con la sua vita spericolata da atleta e la difficoltà a rielaborare concetti chiave. Ma le bandiere, quelle vere, non si stropicciano: si rispettano.
E per concludere, una tiratina d’orecchi la meritano gli arbitri. L’interpretazione è un alibi sulla via del tramonto. Ci vuole chiarezza. Che qualcuno ci spieghi la differenza tra quanto accaduto domenica nel derby d’Italia e al Castellani di Empoli. Nel primo caso, il Var richiama il direttore di gara, ben posizionato, invitandolo a tornare sui suoi passi; nel secondo si tira dritto. Perché? O meglio, citando lo Special One al termine di un combattuto “clasico”: “Porque, Porque, Porque?”
Michele Paldera