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La procura chiede il processo per Santanchè. L’opposizione invoca le dimissioni, Tajani replica: “Nessun imbarazzo”

La Procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio per Daniela Santanchè e per altre due persone, tra cui il compagno della ministra Dimitri Kunz, e per due società nel filone del caso Visibilia sulla presunta truffa aggravata ai danni dell’Inps riguardante la gestione della cassa integrazione nel periodo del Covid.

La Procura meneghina, infatti, ha inoltrato ieri al gup la richiesta di processo. E’ però remota l’ipotesi che l’inizio dell’udienza preliminare sia prima delle elezioni europee dell’8-9 giugno. Nel giro di una settimana sarà fissata l’udienza, a cui potrebbero seguirne diverse altre prima della decisione. E’
possibile che l’inizio sia calendarizzato tra fine giugno e luglio o che slitti a dopo la pausa estiva. La richiesta di processo segue la chiusura indagini su questa tranche, arrivata il 22 marzo, e riguarda anche Paolo Giuseppe Concordia, collaboratore esterno con funzioni di gestione del personale di Visibilia Editore e Visibilia Concessionaria, e le due stesse società. Secondo l’accusa, dal “31 maggio 2020 al 28 febbraio 2022” non solo ad amministrare Visibilia Editore e Concessionaria, ossia a prendere le decisioni, erano Santanchè e il compagno, ma entrambi, assieme a Concordia, sarebbero stati consapevoli di aver richiesto e ottenuto “indebitamente”, per un totale di 13 dipendenti, la cassa integrazione in deroga “a sostegno delle imprese colpite dagli effetti” della pandemia.
Nel corso delle indagini sono state fondamentali le dichiarazioni, messe a verbale dai pm, dei dipendenti, i quali hanno confermato che la ministra sarebbe stata a conoscenza del fatto che stavano continuando a lavorare, mentre l’istituto pensionistico versava oltre 126mila euro, per un totale di oltre 20mila ore, “direttamente ai dipendenti o a conguaglio alla società”. Come si legge negli atti delle indagini condotte dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, oltre 36mila euro “a vantaggio della Visibilia Editore”, per sette dipendenti, e quasi 90mila euro a favore della Concessionaria su sei lavoratori.
A Santanchè, così come agli altri due, viene contestato di aver “dichiarato falsamente” che quei dipendenti fossero in
cassa “a zero ore”, quando invece svolgevano le “proprie mansioni” in “smart working”, come Federica Bottiglione, l’ex
manager che ha denunciato. Nel mirino pure le integrazioni che sarebbero state date per compensare le minori entrate rispetto allo stipendio: una “differenza” che sarebbe stata corrisposta con “finti rimborsi per ‘note spese'”. L’unico a farsi interrogare è stato Concordia e avrebbe chiarito che da consulente esterno lui si occupava della gestione dei pagamenti ai dipendenti e in parte della gestione della Cig.

Le opposizioni, con Schlein in testa, chiedono subito le dimissioni mentre dalla maggioranza Antonio Tajani chiarisce che al momento non c’è alcun “imbarazzo” per il governo e il portavoce della stessa ministra definisce “scontata” la richiesta di rinvio a giudizio. “Ci aspettiamo che la presidente del Consiglio abbia un minimo di rispetto per le istituzioni e chieda le dimissioni di Daniela Santanchè”, ha commentato la segretaria del Pd. A stretto giro la risposta di Salvatore Tramontano, portavoce della ministra: “Schlein non ne azzecca una, parla di Santanchè rinviata a giudizio mentre la nuova/vecchia notizia è solo la preannunciata e scontata richiesta di rinvio del Pm in attesa della fissazione dell’udienza preliminare; la grande differenza la conoscono anche i sassi”. Intanto, il ministro degli Esteri e leader di FI Tajani ha spiegato che “quando ci sarà una decisione poi ne parleremo”. E ha aggiunto che “non crea nessun imbarazzo al governo. È una questione di sensibilità personale, sarà Santanchè a decidere”.
“No, non si dovrebbe dimettere. Lascio a lei la valutazione. Io sono addirittura a processo, oltre al rinvio a giudizio… sono un potenziale condannato. Quindi sceglierà lei. Non chiediamo le dimissioni di nessuno”, ha invece commentato il leader della Lega Matteo Salvini, a margine della presentazione del suo libro alla Bocciofila Martesana di Milano.

Stefania Losito

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