Il governatore: “Non tratteremo con chi ci sta attaccando”
Un gravissimo attacco hacker arrivato dall’estero ha bloccato quasi tutti i file del Centro elaborazione dati della Regione Lazio. Il “ransomware” (che sarebbe un attacco ai sistemi che costringe la vittima a pagare un ricatto per sbloccare i dati, ndr) ha colpito il centro prenotazioni Cup e quello delle prenotazioni vaccinali. Il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, parla di “terrorismo” e di “offensiva informatica, la più grave mai avvenuta nel Paese”. I dubbi riguardano i dati sensibili dei cittadini presenti nel sistema, ma i tecnici escludono vi sia stato accesso. Verifiche sono in corso anche sulla richiesta di un maxi-riscatto, anche se Zingaretti lo esclude. “Non è arrivata nessuna richiesta di riscatto, né in bitcoin né in altra forma di valute alle istituzioni regionali. Probabilmente l’equivoco nasce dal fatto
che nella home page del virus compaiono dei riferimenti, così come avviene in questi casi”, spiega il presidente. “Appena è comparsa questa notizia – ha precisato – i dirigenti di LazioCrea hanno consegnato il file alle autorita’ investigative competenti, perché di crimine si tratta e di repressione si deve trattare”. In ogni caso è “nostra intenzione non avviare nessuna interlocuzione con chi ha attaccato il sistema. Non tratteremo con gli interlocutori che
ci stanno attaccando. Le autorità stanno lavorando alle indagini”.
Intanto subiscono pesanti rallentamenti le procedure di vaccinazione, adesso legate all’inserimento manuale dei dati, così come il rilascio dei green pass. Ed è stop alle prenotazioni, non solo per il vaccino anti-Covid, ma anche per tutte le prestazioni attraverso le piattaforme Cup e Recup. Gli impiegati al lavoro senza pc. Si muove anche il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica (Copasir), sentirà mercoledì il direttore del Dipartimento informazioni per la sicurezza della Repubblica), Elisabetta Belloni, domani audizione dalla ministra Luciana Lamorgese.
Stefania Losito
(Foto da anci.it)