“Via Rasella è stata una pagina tutt’altro che nobile della resistenza”, ha detto il presidente del Senato Ignazio La Russa a Terraverso, podcast di Libero, rispondendo sulle critiche alla premier Meloni circa l’eccidio delle Fosse Ardeatine riferito a morti “italiani” senza che avesse specificato “antifascisti”: ‘Un attacco pretestuoso – ha detto – tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti, anche politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, certo non gente che collaborava con loro’.
La Russa va a ruota libera su tutto, anche sulla decisione della Cassazione francese di non accogliere la richiesta di estradizione per i 10 brigatisti rossi condannati per gli anni di piombo. “È come al solito una questione di confondere il giudizio storico e ideologico da quello giuridico”, ha spiegato il presidente del Senato “Parigi ci ha abituato a essere il luogo di raccolta e mantenimento in libertà dei nostri criminali politici di estrema sinistra”, aggiunge. “Come si fa a dire che non ce li danno perché tengono famiglia? Come si può sostenere che non abbiano avuto un giusto processo in quanto latitanti? L’Italia è da sempre ben più garantista della Francia. Hanno avuto un giusto processo, non si sono neppure pentiti e la Francia dovrebbe consegnarceli, è anche una questione di rispetto istituzionale”.
“Non pretendo che (la sinistra, ndr) si dissoci dal suo passato – aggiunge – ma almeno che accettasse il principio che le persone si giudichino per quello che dicono e fanno. Non per il giudizio che hanno sulla storia. Se uno di sinistra pensasse che in quel momento, Stalin con tutti i suoi crimini, fosse stato il male minore per la Russia io dico: va bene, se è una valutazione storica. Diverso è esultare oggi sei terroristi sfuggono al giudizio. Paradossale poi è che chi lo fa, chieda alla destra quotidiane dissociazioni a ogni minima circostanza. Dissociazioni ne sono già state fatte a sufficienza”. Il presidente del Senato si riferisce anche alle critiche alla presidente del Consiglio Meloni sulle Fosse Ardeatine, quando ha chiamato le vittime dell’eccidio “morti italiani”, senza specificare “antifascisti”. “Peraltro vorrei ricordare che l’attentato di via Rasella non è stato una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana: hanno ammazzato una banda musicale di altoatesini, sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non”. Quanto al 25 aprile, “come festeggerò lo dirò il 22”. “Qualunque cosa dicessi ora aprirebbe una discussione di un mese – dice La Russa – Non mi sono mai sottratto alle celebrazioni istituzionali del 25 aprile. Quando ero ministro della Difesa andai a rendere omaggio al Cimitero Maggiore di Milano portando dei fiori sulle tombe dei partigiani. Di tutti, anche di quelli rossi, che come è noto non volevano un’Italia libera e democratica perché avevano il mito della Russia comunista. Ma io comunque li ho omaggiati perché sono morti per un’idea e
pertanto meritano rispetto”.
LA REAZIONE DELL’ANPI – “Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l’alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo tesa ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza”. Lo afferma il presidente nazionale Anpi, Gianfranco Pagliarulo. “Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti – ricorda Pagliarulo – stava completando l’addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani”. “L’attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani – secondo il presidente dell’Anpi – fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la presidente del Consiglio, anche il presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane”.
L’ATTENTATO DI VIA RASELLA – L’attentato di via Rasella fu un’azione della Resistenza, condotta il 23 marzo 1944 dai Gruppi di Azione Patriottica (GAP), unità partigiane del partito comunista, contro un reparto delle forze d’occupazione tedesche, l’11ª Compagnia del III Battaglione del Polizeiregiment “Bozen”, e composto da reclute altoatesine. Le vittime furono 35. Il 24 marzo, a sorpresa, seguì l’eccidio delle Fosse Ardeatine, in cui furono uccisi 335 prigionieri estranei all’azione precedente.
Stefania Losito