I due ex gemelli del gol: nel loro abbraccio a fine partita il racconto di una amicizia vera in campo e nella vita
“L’abbraccio e le lacrime con Vialli, 30 anni fa eravamo insieme qui e perdemmo. Poi siamo amici da una vita. Riportare la coppa in Italia dopo tanti anni è incredibile. Vialli ed io ci siamo emozionati… forse è perchè siamo anziani…”. Così ha detto Roberto Mancini parlando delle emozioni della finale, in particolare delle sue personali condivise con l’amico di sempre.
La prima persona che Roberto Mancini ha abbracciato appena l’Italia ha vinto il suo campionato Europeo è stata Gianluca Vialli. Una vita passata insieme sul campo di gioco, i due ex gemelli del gol hanno segnato un’era da giocatori e segnano l’inizio di una nuova era per il calcio azzurro. Ci hanno creduto dall’inizio, fino alla fine. Mancini, il più moderno degli allenatori, anche il più inglese degli allenatori nello stile, è uscito vincitore da Wembley, ma la sua forza è stato anche il sostegno del gruppo che ha creato intorno a lui e alla squadra. Evani con il raccoglitore con gli schemi già pronti per spiegare tutto a chi entrava in campo a partita cominciata. Lo stesso Evani che ieri è stato quasi mandato a quel paese dal mister che per un attimo ha perso la sua calma ….mentre si agitava in maniche di camicia quando la palla, dopo vari tentativi e occasioni costruite dai ragazzi in campo, non voleva saperne di entrare in porta. Ma tutto fa parte del gioco.
Poi l’abbraccio liberatorio, le lacrime abbracciato a lui, Gianluca Vialli, la sua ombra, la sua forza. Vialli che lotta contro il male che lo ha colpito e ruggisce a fianco dell’amico allenatore. Lo stesso Vialli che a proposito della sua situazione personale dichiarò: “L’importante non è vincere, è pensare in modo vincente, La vita è fatta per il 10 per cento di quello che ci succede e per il 90 per cento di come lo affrontiamo”. Vialli che è rimasto sempre un passo indietro al mister, dando all’amico la giusta visibilità e offrendogli la sua spalla nei momenti difficili di questo percorso, Così come gliel’ha offerta ieri sera, perché potesse lasciarsi andare al pianto liberatorio in cui lo ha accompagnato. Da vero amico.
Angela Tangorra