Con il via libera del Senato, la prima manovra economica del governo Meloni è diventata legge. A Palazzo Madama il testo è stato approvato con 107 voti favorevoli, 69 contrari e un’astensione. Soddisfatto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “La considero una missione compiuta”, ha spiegato, “Scritta in tempi record e in una situazione di contesto eccezionale non positivo, il bilancio che abbiamo presentato rispetta gli impegni presi con gli elettori e ha maturato prima la fiducia dei mercati e delle istituzioni europee e ora ancora più importante, quella del Parlamento”.
Dei 35 miliardi previsti, 21 sono destinati al caro energia. Rafforzato il credito di imposta per le imprese, si allarga anche la soglia Isee per accedere ai bonus sociali. Sul fronte pensionistico quota 103, la nuova misura transitoria che sostituisce quota 100 in attesa di una riforma completa della legge Fornero, include solo chi ha almeno 41 anni di contributi e 62 anni di età. Opzione Donna mantiene la possibilità solo per chi ha almeno 60 anni e l’età si riduce di uno o due anni solo in caso di figli. Per le pensioni minime previsto un aumento fino a 600 euro, ma solo per gli over 75 e con una copertura limitata al 2023. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza, verrà erogato solo per sette mesi in attesa dell’abolizione a partire dal 2024. Sul fronte fiscale inserito un pacchetto di norme con 12 condoni e un colpo di spugna per i debiti erariali inferiori ai mille euro per il periodo 2000-2015. I Comuni potranno scegliere se annullare o meno i crediti. Ridotto di due punti il cuneo contributivo per i dipendenti con un reddito fino a 35mila euro. Per gli autonomi la flat tax al 15% sale da 65 a 85mila euro di soglia di fatturato. Per quanto riguarda i bonus edilizi, la manovra e il decreto ‘Aiuti-quater’ consentirà di sfruttare il Superbonus 110% solo in specifici casi che riguardano i condomini, mentre per gli altri scenderà al 90%.
Vincenzo Murgolo