Tensione altissima in Medio Oriente tra Libano e Israele. Nella notte il governo di Tel Aviv ha ordinato una raffica di raid contro il Libano, che ieri aveva lanciato un razzo nella città druso-israeliana di Majdal Shams, causando almeno 12 morti, tra cui numerosi bambini e ragazzi. Il primo ministro israeliano, Benyamin Netanyahu, che dopo l’attacco aveva assicurato che Hezbollah avrebbe pagato “un prezzo alto”, è rientrato a Tel Aviv per una riunione del Gabinetto di sicurezza politica nella sede del ministero della Difesa. Nella notte, secondo l’Idf, Israele “ha colpito obiettivi terroristici di Hezbollah sia in profondità nel territorio libanese che nel sud del Libano”.
L’attacco a Majdal Shams aveva suscitato l’ira del governo di Tel Aviv. Per il ministro degli Esteri israeliano, Katz, quanto accaduto rischia di far precipitare il conflitto con gli Hezbollah in una “guerra aperta e totale”. “Il Libano dovrebbe bruciare”, ha dichiarato il ministro dell’Energia, Eli Cohen. Il Partito di Dio libanese, dal canto suo, ha negato la responsabilità dell’attacco.
A Majdal Shams, intanto, sono in corso ricerche per ritrovare un ragazzino druso di 11 anni, Guevara Ibrahim, scomparso dal momento dell’attacco missilistico. Secondo i media locali, i parenti lo hanno cercato in tutti gli ospedali e nei dintorni nel tentativo di trovarlo, ma senza esito. Si ritiene che il ragazzo fosse nel campo da calcio colpito dal missile Hezbollah.
Vincenzo Murgolo