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Migranti, Meloni e Von der Leyen a Lampedusa. Hotspot in crisi, proteste dei cittadini. Neonato morto prima dello sbarco

La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen si recherà a Lampedusa con la premier Giorgia Meloni
“questo weekend”. Domenica sera von der Leyen è attesa a New York dove resterà fini alla metà della prossima settimana per l’Assemblea Generale dell’Onu.

La presidente del Consiglio aveva invitato la presidente della Commissione nelle scorse ore per toccare con mano il caos sull’isola: “Annuncio che ho scritto alla presidente della commissione europea per chiederle di venire con me a Lampedusa per rendersi conto della gravità della situazione che affrontiamo, e per accelerare immediatamente la concretizzazione dell’accordo con la Tunisia trasferendo le risorse concordate – ha detto in un videomessaggio – la presidente è sempre stata collaborativa e io non dubito che lo sarà anche stavolta”. E ha annunciato anche che lunedì in consiglio dei ministri si adotteranno misure straordinarie per far fronte al numero di sbarchi sulle coste italiane.

E c’è una seconda tragedia (nella tragedia) in pochi giorni nella città lampedusana. Il cadavere di un altro neonato è stato sbarcato al molo Favarolo di Lampedusa da una motovedetta della Capitaneria che ha salvato un gruppo di migranti nelle acque antistanti l’isola. Nato sul barchino, durante la traversata, è morto poco dopo. Sulla “carretta”, soccorsa da una motovedetta della Capitaneria di Porto, viaggiavano una quarantina di migranti tra cui la mamma del piccolo che durante la traversata ha iniziato ad avere le contrazioni e che ha partorito, aiutata da alcuni compagni di viaggio. Il neonato sarebbe morto subito dopo il parto senza potere essere soccorso, ma sulla tragedia sono ancora in corso accertamenti. 

“Sono circa 2.500 le persone presenti in hotspot stamattina. Volontari e Operatori della Cri stanno continuando incessantemente a garantire beni di prima necessità e prima accoglienza. La situazione al centro di Contrada
Imbriacola è governata come sempre da quello che per noi è un principio ineludibile, l’umanità che contraddistingue l’operato di tante e tanti volontari che a Lampedusa, ma non solo, sono impegnati a sostenere e aiutare le persone migranti che sbarcano ma anche le comunità locali”. Lo rende noto la Croce rossa italiana. “Lampedusa ce la farà anche questa volta a essere esempio di quell’Italia – conclude la nota – che sa essere luogo che onora la propria storia, che è fatta anche di quel volontariato operoso e amico della speranza di vita”. 

Ma un centinaio di lampedusani, con il vice sindaco Attilio Lucia (Lega) in testa, hanno interrotto il traffico verso il municipio, con diverse auto incolonnate e anche un’autogrù. Traffico poi ripristinato a mezzogiorno. La protesta è esplosa quando fra gli isolani si è diffusa la notizia che nell’ex base militare Loran verrà creata una tendopoli. “Adesso basta, adesso basta, adesso basta!” è l’urlo dei manifestanti lungo la via Vittorio Emanuele: “Lampedusa non può più sopportare tutto questo, non ce la possiamo fare”; “Lampedusa è nostra e non del governo o dell’Unione europea”. A comporre il cordone del blocco stradale ci sono anziani, ma anche tanti giovani e donne con bambini in braccio. “Da oggi Lampedusa dice basta – urla il vice sindaco, che indossa la fascia tricolore, Attilio Lucia (Lega) – Lampedusa non può accogliere 200mila migranti. Lampedusa libera” . E arriva un applauso scrosciante. “Il Governo deve mettere due navi in rada – continua il vicesindaco – il sindaco è da 9 mesi che lo chiede e ripete, Lampedusa deve essere bypassata. Questo è un governo fallimentare”.

Intanto, secondo fonti di stampa tedesche, la Germania avrebbe deciso di riattivare l’accoglienza per i migranti di Lampedusa, riavviando così il meccanismo di solidarietà. L’agenzia non riporta dichiarazioni ma ricorda che inizialmente la Germania aveva promesso di accogliere 3.500 richiedenti asilo provenienti da Stati particolarmente gravati ai confini meridionali dell’Europa. Finora poco più di 1.700 migranti sono stati trasferiti attraverso il cosiddetto “meccanismo volontario di solidarietà europea”, in modo da proseguire la procedura di asilo in Germania (dei quali 1.043 dall’Italia dall’anno scorso).
Confermando prime informazioni ufficiali circolate il giorno prima, mercoledì un portavoce del ministero dell’Interno aveva reso noto che “dalla fine di agosto” il “meccanismo di solidarietà” era stato “temporaneamente interrotto” perché il trasferimento dei migranti in Italia secondo la Convenzione di Dublino non procede come previsto: le norme entrate in vigore nel 1997 stabiliscono che i richiedenti asilo devono presentare la domanda nel primo Paese dell’Ue in cui sono stati registrati, tranne in alcuni casi eccezionali, e coloro che tuttavia provano a farlo in un altro Stato possono essere rimandati indietro. L’Italia però si è ripresa solo dieci degli oltre 12.400 migranti che la Germania vorrebbe rimandare indietro, aveva ricordato il portavoce del dicastero, Maximilian Kall. Questi aveva dichiarato che Roma era stata informata che il processo di selezione dei migranti è stato interrotto e, con implicito ma chiaro riferimento a Dublino, aveva aggiunto che la procedura riprenderà “non appena c’è una situazione diversa”.

Il ministro dell’Interno francese, Gérald Darmanin, ha convocato una nuova riunione straordinaria al suo ministero stamattina sulla crisi migratoria. Una prima riunione si è svolta ieri pomeriggio “sulla questione migratoria italiana in seguito a quanto avvenuto a Lampedusa”, ha fatto sapere il ministero dell’Interno. Vi hanno preso parte fra gli altri i servizi interessati della polizia, della gendarmeria, dell’immigrazione e informazione interni, oltre ai prefetti delle regioni Bouches-du-Rhône, Hautes-Alpes et Alpes-Maritimes.

Stefania Losito

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