Corrado Pesce, l’alpinista italiano disperso da venerdì dopo essere stato travolto da una valanga di pietre e sassi su una parete del Cerro Torre in Patagonia, “non può più essere vivo”. Lo ha dichiarato Carolina Codo, medico argentino e responsabile del Centro dei soccorsi alpini di El Chaltèn. “Abbiamo potuto ingrandire solo oggi le immagini di un drone volato venerdì nella zona dell’incidente”, ha spiegato, aggiungendo che “si vede il corpo di Pesce scivolato 50 metri sotto la piattaforma dove aveva passato la notte con un compagno argentino”. “A quell’altezza e senza protezione adeguata”, ha concluso il medico, “la morte per ipotermia arriva dopo massimo due ore”.
“Come ambasciata e consolato abbiamo avuto assicurazioni che le operazioni per raggiungere Corrado Pesce sulla parete del Cerro Torre continueranno comunque nelle prossime ore”, ha sottolineato Samuele Fazzi, console generale italiano a Bahia Blanca. Domani mattina il diplomatico italiano raggiungerà El Chantèn per seguire da vicino i lavori di soccorso.
Vincenzo Murgolo